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Cosa insegna all’Italia il report Fmi sulla Grecia

Alexis Tsipras, Grecia, debito

Dopo avere studiato al liceo il greco antico, sarà il caso di iniziare a prendere lezioni di greco moderno, per prepararci a capire cosa rischia di accadere anche a noi.

È di trentasei ore fa il report del Fondo monetario internazionale che dichiara il debito greco “sulla via dell’esplosione” nonostante anni di cosiddette riforme e austerity.

Da questa vicenda vengono tristi lezioni sul passato e una pericolosissima lezione sul futuro.

Sul passato. La crisi greca riguardava appena l’1% del Pil europeo, eppure l’Ue non è stata in grado di decidere altro se non costosi e inefficaci cerotti, mai davvero positivi o risolutivi. La Grecia ha per anni creduto di poter mantenere un sistema previdenziale generoso, di spesa pubblica fuori controllo, e una gigantesca burocrazia pubblica, alle spese di qualcun altro. Gli aumenti di tasse sciaguratamente incoraggiati da Bruxelles hanno dato la botta finale all’economia greca. Le “medicine” e i “medici” (sia l’inqualificabile classe politica greca sia i burocrati di Bruxelles) hanno ammazzato il paziente.

A questo punto, meglio provare a lavorare da subito a una “Grexit” ordinata e negoziata (senza le illusioni e i festeggiamenti dei nostri “sovranisti alle vongole”). In prima battuta, sarà infatti un’esperienza devastante per i risparmiatori greci. Ma nel medio-lungo periodo, forse, il ritorno alla svalutazione potrà essere positivo se non altro per il turismo greco.

Ma questo riguarda un futuro lontano. Occupiamoci invece (e questo vale per l’Italia) del futuro prossimo, anzi immediato. È evidente che il deflagrare della crisi greca nel pieno della campagna elettorale tedesca produrrà un solo effetto: il fisiologico inasprirsi dei politici tedeschi, senza eccezioni, che saranno inflessibili nel dire che i greci non meritano (e non avranno) alcun aiuto a spese dei contribuenti tedeschi. E, nella loro logica, si tratterà di un atteggiamento totalmente razionale.

Sarà bene tenerlo a mente ogni volta che qui in Italia in tanti (da Renzi ai sovranisti, passando per le torme grilline) sollecitano elezioni immediate, di fatto in sovrapposizione temporale con la lunga campagna elettorale tedesca, e magari con la ben nota fragilità sui mercati dell’Italia nei mesi che si preparano. Qualcuno pensa che i politici tedeschi saranno “buoni” con noi?

Povera Italia. Ci servirebbe De Gasperi, e invece stiamo lì a parlare della legge elettorale.



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