Piercamillo Davigo ha scritto un libro (Edizioni Laterza) per denunciare e svelare Il sistema della corruzione e fornire delle proposte per come combatterla e sradicarla del tutto (operazione a suo avviso possibile). A quanto si è appreso assistendo alla performance del presidente della ANM durante una trasmissione televisiva, tra le possibili soluzioni – da lui suggerite sulla base di una pluridecennale esperienza di magistrato inquirente – vi sarebbe anche quella del c.d. agente provocatore. In sostanza, un carabiniere “infiltrato” che se ne va in giro per gli uffici pubblici offrendo mazzette a funzionari allo scopo di indurli in tentazione. Un po’ come fece (si parva licet) il demonio con Gesù durante la sua permanenza nel deserto. Mi viene il dubbio che il dottor Davigo pensi che gli esseri umani siano condannati a scontare nuovamente il peccato originale. E che tocchi alle Procure adempiere alla missione.
++++
Un grande giornalista come Pierluigi Battista ha scritto sul Corriere della Sera che “il massimo del coinvolgimento emotivo finora riscontrato è da segnalarsi nell’occhiataccia con cui Renzi ed Orfini hanno accolto il tentativo di stretta di mano di Emiliano domenica scorsa” all’Assemblea nazionale del Pd. Eppure, io sono convinto che prima o poi si scoprirà – magari attraverso qualche intercettazione telefonica – che Emiliano ha concordato tutto con Matteo Renzi. Il governatore della Puglia ha incoraggiato Enrico Rossi e Roberto Speranza a lasciare la “casa comune” cedendo loro il passo sulla porta affrettandosi, poi, a chiuderla alle loro spalle (lasciando fuori i suoi ex sodali a battere i denti per il freddo). Poi, concorrendo per la segreteria, Emiliano ha diviso il fronte avversario dell’ex presidente e spiazzato la candidatura di Andrea Orlando. Per capire la mossa basterebbe osservare con maggiore attenzione gli sguardi, catturati dalle fotografie, dei due Matteo. Il solo ad esprimere visibilmente malanimo è quello di Orfini (il Kemal Ataturk de noantri). Il fatto è che, al solito, non aveva capito l’antifona.
++++
Uscito dagli “antri muscosi” dell’oblio, Guglielmo Epifani ha svolto l’intervento a nome della minoranza orientata alla scissione (potremmo chiamarla “La Schindler list”). Il suo è stato il solo discorso che abbia fornito delle motivazioni serie, quando ha passato in rassegna le politiche del Governo Renzi che la sinistra dem ha subìto e non condiviso. In particolare – come altri esponenti della minoranza – Epifani si è soffermato sulla questione degli insegnanti, pur riconoscendo – da persona intellettualmente onesta – che quella categoria esprime anche delle posizioni conservatrici. Quale è allora la conclusione? Il vecchio adagio secondo il quale è meglio avere torto insieme ai lavoratori che ragione contro di essi? Epifani dovrebbe ricordare che Bruno Trentin, in un famoso discorso, non ebbe difficoltà a riconoscere che anche i lavoratori possono sbagliare. E gli insegnanti, sedicenti “deportati”, dovrebbero convincersi che la scuola non è la loro, ma degli studenti.