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Così Antonio Tajani bistratta Ted Malloch

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha criticato durante un forum organizzato dall’Ansa la possibile scelta americana di Ted Malloch per il ruolo di ambasciatore in Ue. Il super-trumpiano professore dell’università di Reading è da tempo in predicato per occupare il posto di rappresentante statunitense a Bruxelles, anche se il suo nome non è mai stato accompagnato da accrediti ufficiali.

PERSONA NON GRADITA

Malloch incontra diverse opposizioni bipartisan in Europa per via della sua visione sostanzialmente anti-europeista (la moneta unica è un’esperimento “imperfetto”, dovrebbero esserci altre Brexit, l’UE è come l’Unione Sovietica e ha uno spirito di fondo anti-americano, alcune delle sue uscite). Siamo disponibili ad ascoltare tutti i consigli e tutte le critiche, ha detto Tajani, ma non siamo sottomessi a nessuno, “critiche sì, ordini no”, non siamo disposti ad “accettare insulti da persone che probabilmente non conoscono l’Unione Europea e che il parlamento ha dichiarato persone non gradite”, ha aggiunto. Di “persona non gradita” a proposito di Malloch aveva parlato a inizio mese anche Gianni Pittella, leader del gruppo dei socialisti e democratici ed ex sfidante di Tajani per il posto da presidente del parlamento.

IL PARLAMENTO UE CONTRARIO

Già una decina di giorni fa, durante una visita in Spagna, il presidente aveva sottolineato che “per il Parlamento europeo questo signore (Malloch, ndr) non può essere ambasciatore”: non può essere ambasciatore un signore che viene per distruggere “la nostra casa”. Tajani aveva anticipato che già “una grande maggioranza” della plenaria dell’Europarlamento (tenutasi qualche giorno prima) “è stata molto chiara” al riguardo. Il paragone con la casa torna oggi: “È come se invitassi a casa una persona che dice adesso butto benzina sul pavimento e do fuoco a casa. Ma sono convinto che il pensiero del presidente degli Stati Uniti non sia quello della persona di cui si parla come ambasciatore a Bruxelles”. “Il problema non sono gli Stati Uniti, paese con cui condividiamo valori, lingue, e con cui c’è uno scambio commerciale molto importante. Non possiamo dimenticare il loro appoggio alla democrazia in Europa” aveva spiegato Tajani. Il punto, secondo il presidente è che “al Parlamento europeo non sono piaciute le dichiarazioni di questo signore (Malloch, ndr) sull’UE e in questo senso il dibattito all’Europarlamento è stato molto chiaro. A nessuno sono piaciute queste dichiarazioni”.

I RAPPORTI CON TRUMP, PRIMO IL COMMERCIO

Ci sono stati anche altri argomenti no-Trump toccati nel dibattito organizzato oggi dall’agenzia stampa italiana. Il senso generale in una frase: “Siamo amici degli Stati Uniti […] ma non siamo sottomessi a nessuno e non prendiamo ordini da nessuno”. A cominciare dal fronte commerciale: “Abbiamo sottoscritto un accordo con il Canada e grazie all’Europarlamento quell’accordo è stato migliorato“, invece per quanto riguarda gli Usa, “vediamo quale sarà effettivamente la posizione vera di Trump sulle politiche internazionali e sul fronte commerciale”. Quella che è emersa è “una posizione protezionista”, ma Tajani sottolinea che ancora si deve “assestare” l’azione amministrativa americana e dunque occorre aspettare; la posizione sarebbe stata condivisa anche dal primo ministro canadese Justin Tudeau, con cui Tajani ha avuto un incontro qualche giorno fa. Il punto centrale per Tajani? “Dobbiamo impedire che i nostri interlocutori parlino con ognuno dei 28, e poi vedremo 27” membri, perché questo significa indebolire l’Ue nel suo complesso. Tajani dunque dà una lettura multilaterale delle relazioni, e dichiara esplicitamente di “non essere molto d’accordo con gli approcci bilaterali”, che sono invece quelli che il presidente americano Donald Trump potrebbe preferire per trattare con mani più libere il riequilibrio delle relazioni con gli alleati.

LA NATO E LA DIFESA

Tajani ha anche parlato di Nato, definendola “uno strumento indispensabile per garantire la sicurezza complessiva dell’Europa e dell’Occidente”, sottolineando però l’importanza di chiudere il processo verso la Difesa comune europea. Temi delicati: in questi giorni il vice presidente americano (che ha lasciato “messaggi positivi” ha detto Tajani) e il capo del Pentagono hanno cercato di limare le posizioni critiche di Trump sull’Alleanza, ricordando comunque la necessità di far fede all’accordo sul 2 per cento di investimenti militari deciso come impegno di ogni paese membro al vertice gallese del 2014. Ma se dovessero esserci investimenti anche nell’ambito della Difesa comune europea, i paesi UE che già non rispettano il patto economico Nato (per esempio, Germania, Francia, Italia), come si muoveranno?

UNA FASE DELICATA

L’impressione è che, nonostante UE e Usa mantengano una vicinanza ancestrale, si viva un momento di generale tensione nei rapporti tra Washington e Bruxelles, di cui Malloch è solo la cartina tornasole. È possibile che non verrà mai nominato, ma già solo ventilare l’ipotesi basta agli europei per salire sulla difensiva, temendo un cambiamento di paradigma nelle relazioni con l’America.



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