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Vi spiego come funziona la polizza di Salvatore Romeo per Virginia Raggi. Parla Bertola (ex M5s)

Di Vittorio Bertola
polizza vittorio bertola

Visto che molti non capiscono la vicenda Raggi-Romeo, vi spiego come funziona il giochino delle polizze vita. Da parecchi anni si sono diffuse polizze vita che lo sono solo di nome; in realtà sono contenitori di soldi da investire, che però godono delle agevolazioni fiscali delle polizze vita. In particolare, sono impignorabili e permettono di nominare un beneficiario anche diverso dai propri eredi, il quale riceverà i soldi senza pagare le tasse che ci sarebbero sulla successione o sul pagamento di una fattura o di un reddito, e senza tutti i controlli su bonifici o pagamenti in contanti di importo elevato. Molte di queste polizze permettono inoltre il riscatto, pur pagando una penale, anche se l’assicurato non è morto; basta che sia trascorso qualche anno.

Detto quindi che la vicenda è tutta da chiarire e che bisognerà capire i dettagli della polizza e gli altri fatti, il giochino poteva funzionare così: io che voglio un favore dal futuro sindaco di Roma, prima delle elezioni prendo una polizza e lo nomino come beneficiario; dopodiché, se lui vince e mi fa il favore, io faccio passare il tempo minimo necessario e poi riscatto la polizza e lui incassa, altrimenti cambio di nuovo il beneficiario e mi tengo i soldi senza alcuna spesa. Se poi volessi essere sicuro, prima delle elezioni potrei fare la stessa cosa verso esponenti di partiti diversi, così posso poi fare il giochino chiunque sia a vincere.

È vero che non è necessario che il beneficiario sia d’accordo o lo sappia, ma sarebbe piuttosto strano che io, neo-sindaca di Roma, nominassi come mio braccio destro di totale fiducia uno che mi vuole talmente male da cercare di ricattarmi a mia insaputa; e se fossi sotto ricatto, sarebbe piuttosto strano che, una volta scopertolo, invece di andare a denunciarlo io gli triplicassi lo stipendio.

(post tratto dal profilo Facebook di Vittorio Bertola, ex capogruppo al consiglio comunale di Torino per il Movimento 5 Stelle, poi espulso dal Movimento per contrasti anche con Chiara Appendino, sindaco di Torino)

Bertola, come si legge sul suo sito, “è stato per un mandato (2011-16) capogruppo al consiglio comunale di Torino per il Movimento 5 Stelle, di cui è tra i fondatori cittadini, acquisendo esperienza sul funzionamento della pubblica amministrazione di una grande città e nella comunicazione stampa, radiotelevisiva e online verso il grande pubblico; nel 2011 era stato candidato a sindaco di Torino, risultando il terzo più votato con oltre 22.400 voti, pari a circa il 5%”.


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