Diagnosi: l’Italia per la Difesa spende tanto e male. Prognosi: meno F-35 e più cyber difesa. Diagnosi e prognosi si possono rintracciare dal blog di Beppe Grillo. Non è un vero e proprio programma di governo per la difesa il post che è stato pubblicato giorni fa sul blog del fondatore del Movimento 5 Stelle, ma certo è sintomatico degli umori e dei malumori – che solcano anche posizioni anti militariste e para-pacifiste – che attraversano il movimento pentastellato.
Ecco le principali tesi (e poco condivisibili) che si rintracciano dal post firmato da Enrico Piovesana, giornalista e analista dell’Osservatorio sulle spese militari italiane (MIL€X).
LE CRITICHE AGLI INVESTIMENTI
La premessa è la seguente: “L’Italia, oltre a spendere tanto, spende male, cioè in modo irrazionale e inefficiente. Il 60% delle spese è assorbito dal costo del personale, ancora altissimo a causa dello squilibrio che vede più comandanti (ufficiali e sottufficiali) che comandati (graduati e truppa). Quasi il 30% del totale viene invece speso per l’acquisto di armamenti “tradizionali” come missili, bombe, cacciabombardieri, navi da guerra e mezzi corazzati (+85 per cento rispetto al 2006), pagati in gran parte con i fondi del Ministero dello Sviluppo Economico: un ministero che dovrebbe essere ribattezzato Ministero dello Sviluppo Militare dato che destina regolarmente al comparto difesa (Leonardo/Finmeccanica, Fincantieri, Fiat-Iveco, ecc.) la quasi totalità del budget a sostegno dell’imprenditoria (l’86% quest’anno, pari a 3,4 miliardi) a discapito delle PMI e dello sviluppo industriale civile del Paese”.
COSA NON VA PER L’ESERCITO
Il post del blog di Grillo parte con l’analizzare l’Esercito: “Negli ultimi vent’anni l’Esercito Italiano ha speso 30 miliardi di euro per comprare migliaia di mezzi corazzati da combattimento prodotti dalle industria bellica nazionale, spendendo molto più di quanto avrebbe speso scegliendo quelli prodotti da consorzi europei (si veda il clamoroso caso dei costosissimi blindati Freccia, scelti rispetto agli equivalenti ma molto più economici Boxer tedesco-olandesi), e dotandosi di una quantità di mezzi impossibili da mantenere (la maggior parte rimane ferma nei depositi o viene “cannibalizzata” per i pezzi di ricambio) e spropositata rispetto alle esigenze operative (solo poche decine di questi mezzi vengono impiegati nelle missioni all’estero). L’immenso “cimitero dei carri armati” dell’Esercito nascosto tra i boschi del vercellese, dove migliaia di inutili corazzati arrugginiscono nel fango, è l’emblema di questa spropositata politica di procurement”.
ABBATTERE GLI F-35
Il blog di Grillo fa le pulci pure all’Aeronautica che – secondo l’autore – “su pressione di Washington, prosegue con l’acquisto dei 90 cacciabombardieri F-35 della Lockheed Martin, necessari – a suo dire – per sostituire 253 aerei in dismissione. Peccato che gli aerei da sostituire siano in realtà (sin dal 2009, quando l’acquisto fu deciso) solo 83 — 68 cacciabombardieri leggeri Amx, più 15 velivoli imbarcati Harrier — più 70 cacciabombardieri Tornado che saranno sostituiti da altrettanti cacciabombardieri Eurofighter Typhoon (delle tranche 2 e 3) ancora in fase di consegna. Per il blog del fondatore del Movimento 5 stelle occorre tagliare: „Per non gettare al vento i 3,6 miliardi già spesi nel programma F-35 (1,3 miliardi per l’acquisto dei primi 8 aerei), sarebbe sensato comprarne il minimo indispensabile per completare un gruppo di volo dell’Aeronautica (15 aerei, quindi altri 7, già parzialmente pagati), oltre ai 15 per la Marina, riducendo quindi il programma da 90 a 30 velivoli, dimezzando così il budget originario (come chiesto dal Parlamento). I cacciabombardieri leggeri Amx potrebbero essere rimpiazzati con il loro naturale successore, l’M-346 FA, a 1/5 del costo di un F-35“.
FOCUS A 5 STELLE SULLA MARINA
“Infine – si legge sul blog di Grillo – la Marina Militare che, complice il feeling tra l’ammiraglio De Giorgi e l’allora ministra Guidi (MiSE), sfruttando i naufragi in Mediterraneo e ricorrendo alla retorica del “dual use” militare-civile, è riuscita a ottenere da Governo e Parlamento 5,4 miliardi per acquistare quelle che erano state presentate come una sorta di “nave-ospedale” per il soccorso umanitario e dei pattugliatori per il controllo dei flussi migratori, il soccorso in mare e la tutela ambientale, poi rivelatesi rispettivamente una seconda portaerei gemella della Cavour (la Trieste, in grado di imbarcare anche gli F-35) e delle grosse fregate/cacciatorpediniere lanciamissili repliche delle dieci fregate FREMM. Risultato: la Marina Militare italiana (con 2 portaerei e 19 unità di primo rango, contando le 2 nuove fregate Orizzonte) supererà la Marina francese (1 portaerei e 15 unità di primo rango) eguagliando quella inglese”.
GLI AUSPICI SULLA CYBER-DIFESA
Infine, un consiglio: “Per prevenire attacchi terroristici serve intelligence sul territorio e in on-line, non certo carri armati, cacciabombardieri e portaerei, e nemmeno i soldatini dell’operazione “Strade Sicure” (che aumentano la “sicurezza percepita” sottraendo risorse alla sicurezza reale). Per difendersi da attacchi informatici, che oggi mettono in imbarazzo un ministero, ma domani potrebbero mettere in ginocchio il Paese,servirebbero investimenti massicci nella cyber-difesa che invece non ci sono (150 milioni nel 2016, nulla nel 2017) e strutture militari dedicate (il cyber-comando italiano è ancora sulla carta). Investire, quindi, in una difesa razionale, efficiente, snella e all’avanguardia, tagliando tutte quelle spese militari che nulla hanno a che vedere con la sicurezza nazionale”.