È arrivato ieri il molto sofferto via libera al piano di rilancio di Alitalia. Riunione fiume oltre le sette ore del consiglio di amministrazione con forti momenti di tensione per perplessità espresse da Federico Ghizzoni in rappresentanza di Unicredit, come riferisce il Corriere della sera. Il fabbisogno finanziario è di circa 900 milioni e il problema è “chi mette i soldi?” ha detto una fonte vicina al dossier al Sole 24 ore.
IL NODO DELLE RISORSE
Circa 400 milioni arriverebbero dai soci attraverso la conversione in equity delle obbligazioni sottoscritte da Etihad per 210 milioni e delle linee di credito concesse dalle banche per circa 180 milioni. Gli altri 500 invece con una iniezione di cassa da parte dei soci. Ma il commercialista Riccardo Ranalli, asseveratore del piano, avrebbe richiesto una garanzia di ulteriori 500 milioni in caso le cose non vadano come previsto.
LE TRATTATIVE CON I SINDACATI
Il piano comunque ancora non è esecutivo in quanto il finanziamento per sostenerlo è subordinato all’accordo con i sindacati. Una trattativa, questa con le parti sociali, che si presenta tutt’altro che scontata. Ai sindacati infatti l’amministratore delegato Cramer Ball – che presto verrà ridimensionato dalla perdita di deleghe a favore di Luigi Gubitosi, ieri cooptato in Cda in vista di essere nominato presidente esecutivo, come si legge nel comunicato stampa di ieri della compagnia – chiederà sacrifici pesanti. Circa duemila gli esuberi individuati dal manager australiano che intende anche chiedere un 30 per cento di taglio alle buste paga dei piloti.
I RAPPORTI COL GOVERNO
Ball dovrà convincere non solo i rappresentanti dei lavoratori ma anche il governo, oggi stesso presenterà al ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda i dettagli del piano. Il ministro però, fino ad ora, non ha risparmiato critiche alla gestione emiratina della compagnia. “Non possono ricadere sui lavoratori le colpe dei manager” ha detto il ministro.
I DETTAGLI DEL PIANO
Il piano prevede anche la messa a terra di venti aerei Airbus per le tratte brevi e in generale un piano di risparmi di un miliardo in tre anni con l’obiettivo di tornare all’utile nel 2019. Il primo piano industriale scritto da Etihad – che voleva fare della compagnia italiana un vettore sexy e a cinque stelle – prevedeva l’utile proprio per quest’anno, il 2017. Obiettivo che era stato confermato più volte dallo stesso Ball lo scorso anno, che aggiunse anche che Alitalia sarebbe diventata la miglior compagnia d’Europa, superando le varie Lufthansa, British Airways, Air France.
COSA VUOLE BALL
Per Cramer Ball, inoltre, l’Alitalia più magra sarà in grado di generare ricavi per 3,7 miliardi di euro, con un incremento del 30 per cento. Tutto questo nonostante il modello del business sarà sempre più simile a quello delle low cost. Nei voli europei infatti “i passeggeri potranno personalizzare l’esperienza di viaggio acquistando servizi extra come la scelta del posto a bordo, il trasporto del bagaglio in stiva o la priorità di imbarco”. Tutto questo verrà presentato con nuove tariffe più convenienti, così da rispondere all’aggressione delle low cost che ormai detengono il 47% della quota di mercato italiano, “il dato più alto di penetrazione che si registra in Europa”.
UN RUOLO DELLO STATO?
Resta incertezza ancora sul possibile coinvolgimento di un soggetto pubblico. Già nel 2014 accorse Poste Italiane al salvataggio della compagnia, dopo il rifiuto di Mauro Moretti allora capo azienda delle Ferrovie dello Stato. Questa volta si è parlato, secondo Rosario Dimito del Messaggero, del “Fondo di turnaround costituito due anni fa per il salvataggio dell’Ilva, che oggi è operativo con una dotazione di circa 1,5 miliardi (750 milioni versati dalla Cdp)”. Ma da Cdp non si conferma.
LE DELEGHE PER GUBITOSI
Ancora nessuna schiarita sulla governance. Gubitosi, scelto dalle banche, è entrato in Cda ma bisognerà aspettare ancora un nuovo consiglio di amministrazione per il passaggio di consegne con Luca Cordero di Montezemolo per la presidenza, dove verranno formalizzate anche le deleghe che riceverà sfilandole a Ball. Secondo alcune ricostruzioni Gubitosi, uomo di finanza, dovrebbe avere diretto controllo della parte finanziaria, del personale, della parte legale e della comunicazione. Per il Messaggero però potrebbe avere anche sotto di sé il marketing e le alleanze industriali. All’ad Ball rimarrebbe quindi la parte commerciale e di operations, un ruolo in pratica da direttore generale, che dovrà difendere in estate quando il suo principale sostenitore, il connazionale James Hogan lascerà il gruppo Etihad.