Nell’Europa che rinnova i Trattati di Roma si discute nuovamente di numeri, in particolare sui migranti. A fare i conti è l’Austria, che dopo aver annunciato, per bocca del ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka, di voler tener fede all’accordo sul ricollocamento dei richiedenti asilo firmato nel settembre del 2015, ha deciso da una parte di “aver già fatto abbastanza” e dall’altra di voler aumentare i controlli al confine con l’Italia per limitare gli ingressi irregolari. Tuttavia, a guardare i numeri della Commissione europea, è proprio l’Austria a non aver accolto nessuno dei richiedenti asilo previsti dall’accordo (1.491 dalla Grecia e di 462 dall’Italia).
IL NO DELL’AUSTRIA
“Credo che l’Austria abbia già fornito un contributo umanitario sufficiente”. Con queste parole il ministro della Difesa austriaco, il socialdemocratico Hans-Peter Doskozil (nella foto), ha annunciato la proposta (non ancora approvata dal consiglio dei ministri) in cui si chiede di ignorare l’accordo con l’Ue che prevedeva l’arrivo di 1.491 richiedenti asilo dalla Grecia e di 462 provenienti dall’Italia. Una proposta arrivata dopo che il ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka (Partito Popolare) aveva dichiarato, da Bruxelles, che l’Austria avrebbe portato a termine l’accordo preso. Secondo il ministro della Difesa, però, l’Austria avrebbe già fatto la sua parte accogliendo 90mila profughi nel 2015 e altri 30mila nel 2016. Inoltre, ha precisato Doskozil, l’Austria avrebbe accettato in proporzione “molte più domande d’asilo dell’Italia, ovvero 4.587 contro 1.998 domande per un milione di abitanti”, e per questa ragione non è più tenuta ad accettare altri richiedenti asilo.
QUALCOSA NON TORNA
Il piano di ricollocamento dei richiedenti asilo da Italia e Grecia, dunque, si basava sulla collaborazione di tutti i membri dell’Unione europea ad alleggerire il peso delle richieste che gravano sui paesi di primo arrivo, ossia Italia e Grecia. Da una parte, i paesi di primo arrivo avrebbero dovuto procedere con le procedure di prima identificazione, dall’altra gli altri Paesi membri si impegnavano ad accogliere delle quote di richiedenti asilo. Tuttavia, l’Austria non ha tenuto fede all’impegno preso, come si legge nelle tabelle ricapitolative pubblicate dalla Commissione europea e la ragione sarebbero il numero di arrivi (anche irregolari) tra 2015 e 2016.
LE PAROLE DI AVRAMOPULOS
Durante la conferenza stampa che si è tenuta il 28 marzo al termine del consiglio dei ministri europei, il commissario Ue alle migrazioni Dimitris Avramopoulos ha dichiarato che “sono 6000 i richiedenti asilo registrati in Italia e candidabili ai ricollocamenti, mentre quelli che possono essere ridistribuiti dalla Grecia sono 20mila” e “che il numero può ancora aumentare” per raggiungere “l’obiettivo mensile di 3000 trasferimenti dalla Grecia e 1500 dall’Italia”.
I NUMERI DEL PIANO
Su 160mila ricollocamenti previsti dal piano, ridimensionati a 98.255 dopo l’accordo con la Turchia, al 28 febbraio 2017 i numeri sono ancora molto bassi: sono stati ricollocati un totale di 13.546 richiedenti asilo, 3.936 dall’Italia e 9.610 dalla Grecia. I dati del Ministero dell’Interno italiano, al 20 marzo 2017, parlano invece di 4.438 ricollocamenti dall’Italia, un dato superiore ma ancora molto basso se si considera quale termine ultimo del piano la data di settembre 2017. A rallentare i ricollocamenti sarebbe, oltre a intoppi burocratici, anche il paese di provenienza dei richiedenti: secondo l’agenzia europea dell’asilo (Easo), per poter essere ricollocati i richiedenti asilo devono provenire da sette paesi: Siria, Yemen, Eritrea, Burundi, Oman, Qatar e Maldive. Sono esclusi paesi come l’Iraq e l’Afghanistan, in percentuale i secondi e terzi gruppi di migranti più numerosi sbarcati in Europa nel 2016 (182.985 dall’Afghanistan, 126.955 dall’Iraq).
I DATI EUROSTAT
Secondo le elaborazioni di Eurostat, i Paesi con maggior numero di richieste di asilo (per milione di abitanti) sono la Germania (8.789), la Grecia (4.625), l’Austria (4.587), Malta (3.989), Lussemburgo (3.582) e Cipro (3.350). In Italia le richieste per milione di abitanti sono 1.998, mentre i numeri più bassi sono registrati da Slovacchia (18), Portogallo (60), Romania (94), Repubblica Ceca ed Estonia (114). Ad essere molto diversi sono però i paesi di origine dei richiedenti asilo. In Italia, infatti, i primi tre paesi di provenienza sono Nigeria (26.550), Pakistan (13.470) e Gambia (8.845), mentre in Austria il maggior numero di domande provengono da cittadini afghani (11.500), siriani (8730) e iracheni (2735).