A Londra arrivano le opere di Giacomo Balla, raccolte dalla stilista Laura Biagiotti, (nella foto durante la presentazione nel 2015 di Genio futurista, dedicata sempre a Balla). La mostra “Giacomo Balla: Designing the Future” che aprirà al pubblico presso la Estorick Collection il 5 aprile, e che sarà visibile fino al prossimo 25 giugno, presenterà una preziosa scelta di 116 opere tra le più significative della grande collezione di opere (quasi trecento) di Giacomo Balla (1871-1958) raccolte dalla stilista Laura Biagiotti e da Gianni Cigna in molti anni di appassionato collezionismo. A cura di Fabio Benzi – direttore scientifico della Fondazione Biagiotti Cigna – l’esposizione è la prima del millennio con i capolavori di Balla a Londra.
Illustrerà l’intero percorso artistico di Balla una scelta di 36 dipinti a olio, tempera e pastello comprendente opere altamente rappresentative, come Autospalla (1903), Inverno (1905), La siepe di Villa Borghese e Donna a Villa Borghese (1906), i ritratti di Egle Casarini e di Grethel Löwenstein (1911), capolavori del periodo divisionista; il Ritratto di Tolstoij del 1911, opera particolarmente significativa della transizione tra prefuturismo e futurismo; due importanti Compenetrazioni iridescenti (1913) e Vortice + Paesaggio (1913), uno splendido esempio delle rare velocità astratte, soggetto suo tra i più famosi, illustrano il primissimo periodo futurista.
Linee di forza di paesaggio maiolicato (1917-18), opera del ritorno al sintetismo del futurismo balliano, esposta nella prima personale alla Casa d’Arte Bragaglia nel 1918, Paesaggio di Villa Borghese (1918), Espansione di Primavera (1918), Una passione (1920), Dinamismo atmosferico (1922-25 c.), Futurpesci (1924) e Vaprofumo (1926), sono importanti e originali realizzazioni del futurismo maturo di Balla; infine una magnifica serie dei dipinti relativi al ritorno alla figurazione, tra cui Nel patio (1926), Parlano (1934), Autoritratto (Autobalsettanta, 1946).
Un nucleo importante è costituito dagli studi realizzati da Balla per la moda. Le opere della collezione su questo tema costituiscono infatti il maggiore e più importante insieme sulla moda futurista che esista (e una completissima e capillare panoramica dell’attività di Balla in questo campo), comprendendo pezzi storici di importanza fondamentale per la storia delle avanguardie europee come i bozzetti dei primi vestiti e tessuti futuristi (1913-14), e inoltre studi per ogni genere di elemento e accessorio di moda (giacche e completi maschili e femminili, cravatte, scarpe, borsette, ventagli, foulard, sciarpe, maglioni, gilet, tessuti, ricami, applicazioni), nonché i manufatti realizzati all’epoca (dal 1914 al 1930) degli stessi vestiti, delle cravatte, dei ricami.
Un altro insieme di grande interesse è rappresentato dagli studi e realizzazioni di arti applicate futuriste, comprendenti mobili, arazzi, paralumi, progetti per arredamenti, tappeti, lumi, ceramiche, oggetti diversi; questa fondamentale attività di Balla ha origine con la redazione del Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo (1915), che segna, nella storia dell’avanguardia, il dilagare dell’estetica dall’opera d’arte tradizionale a tutti gli aspetti della vita quotidiana.