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Stadio della Roma di Pallotta, ecco i conti di Eurnova del gruppo di Luca Parnasi

Luca Parnasi e Mauro Baldissoni (2016)

Il tempo stringe: entro il 30 marzo il Campidoglio dovrà far pervenire alla Regione Lazio il nuovo progetto dello stadio della Roma. I proponenti – dopo l’accordo del 24 febbraio con il Comune – lo invieranno all’amministrazione nei prossimi giorni. E a quel punto sarà messa nero su bianco la delibera con cui ratificare il nuovo progetto e ribadirne la pubblica utilità. Un percorso a tappe forzate sul buon esito del quale confidano il presidente giallorosso James Pallotta e il costruttore Luca Parnasi, ormai forti dell’intesa raggiunta con Virginia Raggi e il MoVimento 5 Stelle.

LA SOCIETA’ DI PARNASI

Ma qual è la società di cui Parnasi si avvarrà per costruire il nuovo stadio? E quali sono i suoi conti? Il costruttore realizzerà l’impianto attraverso la società Eurnova srl, di cui è presidente e rappresentante. Un’azienda il cui capitale sociale è, a sua volta, detenuto al 100% da un’altra società – la Capital Holding Spa – iscritta dal febbraio 2004 alla Camera di Commercio di Roma. Ma quali sono i principali dati economici di Eurnova? Dalla lettura dello stato patrimoniale risulta che la maggior parte delle immobilizzazioni sia di carattere materiale per un valore di 41 milioni e 145.000 euro. Ammontano, invece, a poche migliaia di euro le immobilizzazioni di natura immateriale. Una circostanza da spiegare in virtù della mission che la società si è data: la costruzione dell’impianto sportivo, per la cui realizzazione le spese finora sostenute attengono soprattutto all’acquisto dei terreni su cui sarà edificato lo stadio.

L’AREA DI TOR DI VALLE

Lo stadio sarà realizzato nell’area di Tor di Valle – quadrante sud di Roma – per la precisione al kilometro 9.300 della via del Mare dove sorge il famoso Ippodromo ormai chiuso da anni 2013: un terreno che Eurnova ha acquistato il 25 giugno del 2013 dalla società privata che lo deteneva in precedenza, la Sais Spa (ora in fallimento).

LE FASI DEL PROGETTO

Un piano portato avanti con il sostegno delle società KPMG e Protos con il cui supporto si è arrivati infine alla presentazione del progetto nel marzo 2014. Nel frattempo – si legge – “per opera degli uffici tecnici incaricati è andata avanti anche la procedurta di predisposizione e presentazione alla P.A. dell’iter urbanistico, secondo la cosiddetta legge stadi, la cui consegna è avvenuta nel maggio 2014“. L’ultimo atto formale risale, invece, alla nota delibera dell’Assemblea Capitolina – la numero 132 del 22 dicembre 2014 – con la quale “il progetto è stato dichiarato di pubblico interesse“. Nel frattempo Eurnova aveva anche formalizzato i suoi accordi con la società giallorossa, in base ai quali si prevede “l’utilizzo dello stadio, una volta costruito, alla ASR” (acronimo di Associazione Sportiva Roma).

I FONDAMENTALI ECONOMICI

Dalla lettura del conto economico di Eurnova, emerge come la società al 31 dicembre 2015 abbia accumulato una perdita d’esercizio pari a un milione e 429.000 euro: finora la società ha, infatti, sostenuto una serie di costi collegati alle attività propedeutiche all’apertura del cantiere. Risultato che, in sostanza, è il frutto della differenza tra il valore della produzione – di ammontare pari a 13 milioni e 283.00 euro – e il suo costo complessivo, di 14 milioni e 945.000 euro.

IL NODO DELLA SOVRINTENDENZA

Detto dell’accordo ormai trovato con il MoVimento 5 Stelle il principale ostacolo alla realizzazione dello stadio è ormai rappresentato dalla sovrintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio guidata da Margherita Eichberg. La quale – come noto – lo scorso 15 febbraio, ha dato inizio al “procedimento di dichiarazione di interesse culturale” per l’Ippodromo di Tor di  Valle che sorge sui terreni dove dovrebbe essere costruito l’impianto. Ci vorranno 120 giorni per capire se, alla fine, le tribune progettate da Julio Garcia Lafuente in occasione delle Olimpiadi del 1960 saranno sottoposte a vincolo oppure no. Nella prima ipotesi – allo stato attuale la più probabile – la Roma ha già fatto capire di essere pronta a ricorrere al Tar per vedere riconosciute le sue ragioni. C’è però anche la possibilità che con la modifica del progetto lo stadio venga spostato di qualche centinaia di metri, nell’area in cui, originariamente, avrebbero dovuto sorgere le torri di Daniel Libeskind poi stralciate su indicazione dei pentastellati. In questo caso non è escluso che la parte vincolata dell’ippodromo non venga toccata, in modo da aggirare anche l’eventuale vincolo della sovrintendenza.



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