La nomina del banchiere Alessandro Profumo ad amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica continua a tenere vivo il dibattito sulle ragioni della scelta anche sulla stampa generalista come raramente era avvenuto in passato per un’azienda così “specialistica”, pur trattandosi di una delle più importanti d’Italia e di una delle quattro “grandi” al mondo nel settore della Difesa con gli americani di Lockheed, gli inglesi di Bae e i francesi di Airbus. Lasciando agli esperti le valutazioni tecnico-industriali su quello che dovrebbe essere il migliore futuro di Leonardo, oggettivamente è molto difficile trovare tracce di articoli favorevoli alla scelta. O tutta la stampa fa parte di un complotto oppure qualche dubbio è lecito sul nome di un manager che non si è mai occupato di aerei, missili, spazio e così via.
Nel question time del 22 marzo alla Camera il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha spiegato che nell’individuare Profumo “si è ritenuto di privilegiare l’esperienza nello sviluppo internazionale e la capacità di gestire situazioni di forte complessità aziendale”. Sviluppo e complessità sono i termini decisivi: lasciano intendere che l’eredità di Mauro Moretti forse non è tutta rose e fiori, nonostante positivi risultati di bilancio, e che l’obiettivo dev’essere uno “sviluppo” che per gli inguaribili ottimisti dovrebbe significare il contrario di quanto si teme, cioè di un ulteriore spezzatino a vantaggio di aziende straniere e quindi di perdite di valore per un’azienda strategica, per l’occupazione e per l’indotto. In sintesi, un danno enorme per l’Italia. Un ulteriore sotto testo nelle parole di Padoan riguarda il concetto di “sviluppo internazionale”, visto che il carattere notoriamente spigoloso di Moretti forse non l’ha aiutato nei contatti all’estero.
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in un’intervista al Sole 24 ore del 25 marzo ha detto: “L’industria italiana della difesa ha eccellenze di prodotto. Quali sono le strategie per le nuove alleanze? L’Italia ha un’industria della difesa con delle eccellenze che possono interagire con un progetto di difesa europea. Penso in particolare a processi di aggregazione che, salvaguardando gli interessi di ciascuno Stato, consentano anche a Paesi come il nostro di specializzarsi nelle eccellenze. Un processo che vedo favorevolmente e che può portare a buoni risultati di sistema per diventare competitivi rispetto agli altri grandi players internazionali”. Anche qui basta intendersi: realizzare sinergie nell’embrione di difesa comune che si sta creando tra un ristretto gruppo di Paesi è conveniente per tutti perché ciascuno mette a fattor comune il meglio di sé, purché l’Italia presti la massima attenzione all’ingordigia altrui.
Il principale compito di Profumo, perciò, sarò quello di smentire gli uccelli di malaugurio (qualcuno li chiamerebbe gufi): Finmeccanica, con la storia che porta con sé questo nome anche se ora è stato cambiato, deve tornare protagonista a livello internazionale e non ci vorrà molto tempo per capire se le indicazioni che la politica ha dato al nuovo manager andranno in questo senso oppure no.