Skip to main content

Vincenzo De Luca, Giuliano Poletti, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e l’etica pubblica

GIULIANO POLETTI

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca continua ad occupare le prime pagine dei giornali, locali e nazionali. Pare che si sia lasciato sfuggire, conversando con un suo interlocutore, qualche confidenza di troppo, riportando giudizi per niente lusinghieri espressi dal questore di Napoli dott. De Iesu sull’operato molto negativo del sindaco De Magistris. Questo è il racconto di giornali in possesso di registrazione fuori onda. Pare che il Presidente De Luca sia da un po’ di tempo sotto pressione. La cosa non meraviglierebbe. I nemici non mancano mai. L’unico rimedio è tacere in pubblico.

Le cronache informano che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, tralasciando meriti professionali e culturali, consiglia ai giovani, alla ricerca di occupazione, di procurarsi un buon amico influente, sfruttando anche le partite di calcetto, se vogliono lavorare, piuttosto che perdere tempo ad arricchire il proprio curriculum scientifico, tecnico.

Sembra che il ministro della PA Marianna Madia abbia copiato la sua tesi di dottorato, cosa non proprio corretta e onesta, né tantomeno elegante, soprattutto per chi ha imbracciato le armi della legalità, per far rispettare le regole nell’ambito degli uffici della pubblica amministrazione, sanzionando in particolare i “furbetti del cartellino”.

I giornali affiliati alla destra berlusconiana e non, tramite giornalisti ben noti, continuano a recitare ruoli ambigui, doppia parte in commedia. Mentre difendono il super rappresentante della casta Berlusconi, auspicando la sua ridiscesa in campo, se la Corte dell’Aja lo metterà nella condizione di essere candidato, dall’altra criticano la politica, svolgendo campagne inaudite contro la “casta”. Quale casta poi non è dato sapere.

L’on. Luigi Di Maio con il suo seguito “pentastellato” attacca, per una questione di giustizia sociale a suo dire, in modo violento le pensioni dei parlamentari del presente e del passato, dimenticando che lui e i suoi colleghi dal Parlamento ricevono a tutt’oggi 13000€ al mese, dieci volte più delle pensioni parlamentari.

Niente da aggiungere a proposito di Renzi senior, Lotti, Romeo e Consip.

Mi pare che ci sia un problema di etica pubblica, che tutti ma proprio tutti invocano, ma che nessuno osserva. Allora, se davvero si vuole moralizzare la vita pubblica s’inizi a porre le basi perché, con consenso unanime, certi comportamenti siano censurabili nel concreto con severità. Un grande politico italiano del ‘900 sosteneva che il vero male da estirpare sono tre male bestie: accentramento statalistico, immoralità nella politica, monopoli condizionanti la libertà economica. Una vera battaglia di libertà che solo Luigi Sturzo poteva consentirsi.


×

Iscriviti alla newsletter