Non viviamo in un Paese normale. In un Paese normale, 90 giorni dopo un referendum che ha bocciato la riforma costituzionale dell’ex-Premier, il Parlamento avrebbe già varato una nuova legge elettorale, sincronizzando le regole della Camera con quelle del Senato.
E invece, nulla di questo. Discussioni infinite sulla Raggi e Company, ennesimo terremoto a sinistra, con gli ex-Pd (quasi tutti) che abbandonano il PdR (partito di Renzi); la cronachetta del viaggio di piacere di Renzi in California (pagato dalla Fondazione Clinton, foraggiata da anni con i nostri soldi).
Il silenziatore (messo da quasi tutti i giornali, tranne il giornale, il fatto quotidiano e la verità) sulle strane frequentazioni del “babbo” del “boy-scout” e sugli strani “giri” (alias amicizie) dei suoi parenti più stretti. Per non parlare delle vicende bancarie del papa’ della Boschi, sempre più impegnata a tutelare se stessa.
Tornato dalla California, Renzi si fionda subito in Tv, come se non avesse capito che è stata la sua eccessiva esposizione mediatica a rovinarlo: a fargli perdere il referendum e ad allontanarlo dai gangli vitali del potere. Lui, che chiedeva le lezioni immediate, adesso accetta il voto tra un anno. Ma, intanto, farà il corvo sulla spalla sinistra di Gentiloni e terrà d’occhio l’inquieto Padoan.
Per due mesi ci sorbiremo le notizie sulle pseudo-primarie del Pd. Per 2 mesi vedremo in Tv le facce di Renzi, di Orlando e del governatorone pugliese. Se ne diranno di cotte e di crude, ma senza andare alla sostanza delle cose. Quali sono i nuovi progetti del Pd, per l’Italia, dopo il fallimento dei 1000 giorni?
Non ci si venga a parlare di reddito di cittadinanza, di assegni stabili ai poveri, di sussidi vari. L’Italia non ha bisogno di ulteriore assistenzialismo, ma di lavoro. Io ti aiuto solo se tu sei disponibile a lavorare, a fare anche i più umili lavori, in attesa di altro.
Un ultimo pensiero. È almeno dal 2009 che aspettiamo regole certe sul fine vita. Berlusconi – dopo il caso Englaro – aveva promesso di risolvere il problema in 15 giorni. Infatti!
Adesso, il clamore mediatico per la scelta mortale del Dj. Tra 15 giorni, tutto sarà come prima.
Chi scrive non è favorevole ad uno Stato etico. Chi scrive crede che sia giusto che lo Stato Italiano debba continuare ad essere laico, pur con la forte presenza della Chiesa e dei Cattolici, in politica e nella vita quotidiana. Una cosa è certa. L’assenza di regole chiare fa confondere l’eutanasia con la morte assistita e con l’accanimento terapeutico.
Una norma chiara eviterebbe di gettare accuse di omicidio su chi assiste i malati terminali o quelli con disabilità gravi. Pur nella libertà delle scelte individuali.
Tra una non-vita (quale era quella del Dj) e una morte serena, penso sia doveroso fare scegliere all’interessato. In presenza di una condizione di disabilità grave ed irrecuperabile, deve poter valere la scelta dei singoli, senza che chicchessia sia poi accusato di omicidio.
Ma questo è il punto. Una società che è stata talmente cieca da non imporre il varo di una legge “completa” sulla responsabilità professionale di molte categorie (in primis magistrati e medici) sarà mai capace di indurre il Parlamento a fissare regole chiare sul fine vita, di qualunque causa?
Ne dubitiamo. E allora, proseguiranno le “cure compassionevoli” in ambito familiare ed i “viaggi della morte” in Svizzera. “Tutto va ben, madama la marchesa”. No, tutto va mal. E non sarà il Cappato inquisito a smuovere le acque dello stagno.
A proposito. Il papa, tanto misericordioso con tutti i peccatori e con tutti coloro che non rispettano i comandamenti divini, come la pensa su questo problema?
Finora se ne è stato zitto. Già. Deve andare a Milano a fare un piccolo, costoso, show….