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Perché le elezioni in Olanda possono far schizzare gli spread in Francia e in Italia

GEERT WILDERS POLITICO PVV, scenari, elezioni

A passi da gigante verso le elezioni olandesi, che sono un test importante – più di quanto i mercati a oggi considerino per il futuro stesso dell’Europa. “Lo sono senza dubbio per valutare l’appetito per i candidati populisti nel resto del Continente”, dice a Formiche.net Fabio Castaldi, senior portfolio manager di Pictet AM.

Il mercato oggi come si sta preparando all’evento?
Lo sta sottovalutando, per non dire che lo sta ignorando del tutto. Il partito per la libertà (Pvv) olandese ha perso appeal nelle ultime settimane, secondo i sondaggi. A oggi le stime parlano di 22-23 seggi contro i 30 indicati a gennaio-febbraio. In ogni caso, anche se alla fine i seggi in Parlamento per il Pvv dovessero essere di più, ritengo assolutamente improbabile che si instauri un governo di estrema destra nel Paese. Tuttavia con 27 seggi, il mercato dovrebbe mettere in discussione la vittoria dell’indipendente moderato Emmanuel Macron in Francia, che oggi si ritiene dovrebbe sbaragliare Marine Le Pen.

Ed è probabile che ciò avvenga? Cioè che il Pvv ottenga più seggi di quanti calcolati in base ai sondaggi?
Spesso i sondaggi nascondono le intenzioni elettorali estreme, quindi questa ipotesi è da prendere in seria considerazione. Non è in discussione la possibilità che l’Olanda venga governata da un governo di estrema destra, lo è l’attendibilità dei sondaggi.

Sondaggi che nel 2016 in effetti si sono dimostrati molto inaffidabili, come hanno dimostrato Brexit e l’elezione di Donald Trump negli Usa.
Sì, anche se le presidenziali francesi, che sono poi l’ago della bilancia per l’Europa, sono molto diverse sia da Brexit sia dall’elezione di Trump perché prevedono due turni. Al primo turno quello che accade di estremo ha la possibilità di venire assorbito al secondo. Ma anche se dovesse essere eletta Marine Le Pen, i passi per arrivare a un break up dell’euro saranno molti e complessi. Se il Front National non ha la maggioranza dei seggi, inoltre, dovrebbe avere l’appoggio del parlamento su un programma veramente estremo. Ed è improbabile.

I se e i ma sono ancora molti: ma torniamo all’Olanda e all’ipotesi di una vittoria del Pvv, cosa succederebbe ai mercati europei?
Ci sarebbe un immediato allargamento degli spread in Francia, a cui seguirebbe un’accelerazione drammatica della deriva populista in Italia. In Olanda, nonostante nelle ultime due settimane ci sia molto tranquillità sul fronte dello scontro politico, anche nei programmi dei partiti più tradizionali è stata introdotta un’impostazione più nazionalista rispetto a prima. La deriva c’è e il sentimento di recuperare nazionalismo si espande.

A quanto arriverebbe lo spread francese?
Oggi l’Oat contro Bund è a 60, arriverebbe a 70-80 a ridosso delle elezioni francesi e se vincesse Le Pen schizzerebbe a 200, come punto di minimo di una salita che dipenderà sostanzialmente da quanto la Bce sarà in grado di sostenere il mercato acquistando titoli di Stato francesi. Se si aggiungesse il passaggio al franco svalutato del 20% si andrebbe poi ben oltre i 200 punti base di spread. Con un effetto a catena sulla periferia, e anche i rendimenti dei Bund subirebbero un movimento al ribasso. Non faccio fatica a vedere la parte lunga tedesca, il decennale, a -0,7% (oggi è a 0,5%, ndr).

Qualcuno tra gli investitori istituzionali sta già rotando i portafogli?
Investitori asiatici e giapponesi investiti sul debito pubblico francese stanno già guardando i loro portafogli. In compenso Mario Draghi ha preso una posizione molto forte qualche giorno fa sull’irreversibilità del euro: in genere questi statement hanno un endorsement politico.

Da parte della Germania?
Non dobbiamo dimenticare che anche la Germania, a settembre, deve affrontare le sue elezioni. E nella fase precedente alle elezioni è difficile fare concessione su una politica fiscale espansiva o completare l’unione bancaria o condividere il rischio della periferia. Dopo le elezioni invece si potrà fare: ci sarà più spazio per spingere un progetto di Europa in chiave più sociale.


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