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Cosa succede tra Ferrovie, Trenord e Atm?

Torna in auge la fusione tra Trenord e Atm, la rete di trasporti pubblici milanesi. “L’interesse espresso da Fs per la quota detenuta da Astaldi in M5 non è il primo passo di una fusione tra Atm e Trenord”, ha detto negli scorsi giorni il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Che ha aggiunto: “Bisogna distinguere tra infrastrutture e gestione che è una cosa diversa. In questo momento non ci sono novità e nessuna intenzione di andare verso una fusione tra Atm, Fs e Trenord. Escludo categoricamente che in questa fase si sia arrivati a qualunque tipo di conclusione, anzi la situazione oggi è abbastanza ferma. Guardo a Fs con rispetto, ma ribadisco che il tpl milanese deve rimanere in mano a Milano e deve essere una garanzia per i nostri cittadini”.

E cosa dice Ferrovie Italiane, controllata dal Tesoro e perno dell’operazione in cantiere? L’ad di Ferrovie, Renato Mazzoncini (nella foto), ha sottolineato come la fusione tra Atm e Trenord sia “una realtà che è da verificare”. “Quando avremo completato questa verifica, si vedrà – ha continuato Mazzoncini – abbiamo un Comune di Milano con il contratto di servizio (Atm) che scade quest’anno con una proroga al 2019 prevista dalla comunità europea e abbiamo una Trenord con il contratto che scade al 2020. Abbiamo di fronte delle scadenze di tipo regolatorio importanti, bisogna cercare di capire come mettere insieme tutte queste cose. Siamo in una fase assolutamente preliminare e quindi è impossibile oggi fare qualsiasi previsione sui tempi”.

La partita della fusione del sistema di trasporto meneghino e lombardo, però, si basa sull’acquisto da parte di Fs delle azioni di M5 di proprietà di Astaldi. Le quote in ballo, oggi, sarebbero il 36,7% della società e avrebbero un valore complessivo di circa 64,5 milioni di euro. Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano, non ha ancora deciso se far valere il diritto di prelazione sulle azioni Astaldi pareggiando l’offerta di Fs e quindi escluderla dalla partita di M5 o se accoglierla in società. Di certo, un passo in questo senso, sarebbe un passo importante verso una futura fusione delle due aziende di trasporto pubblico. Mercoledì, il sindaco Sala, ha spiegato che il Comune non ha ancora rinunciato a esercitare il suo diritto sulle azioni Astaldi. “Abbiamo ancora qualche giorno” ha spiegato Sala “stiamo controllando se la scadenza è prevista per il 6 o il 7 marzo. Il tempo per decidere non è ancora scaduto”.

Quello che Milano tende a sottolineare, però, è che “Atm oggi è una società ben controllata, ben gestita e prima di immaginare una fusione, al di là di ogni valutazione economico-finanziaria, bisogna capire cosa c’è all’interno di ogni singola azienda. Non è pensabile che un’operazione cosi complessa, se mai si dovesse fare, si faccia in tempi brevi”.

A chiedere risposte, intanto, è la politica meneghina. Patrizia Bedori, capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Marino si è schierata fortemente contro questa ipotesi. “Apprendiamo che il Ps regionale è a favore della fusione Trenord-Atm. Alla luce di ciò, chiediamo ancora una volta al sindaco di venire a riferire in commissione o in consiglio in merito”, ha chiesto Bedori “Sala si deve ricordare che non è più il manager di una società privata ma è sindaco della città e in quanto tale deve lavorare per il Comune e per il bene dei milanesi e dovrebbe essere in prima fila a tutela del patrimonio della città”.

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