Due settimane per il via libera al masterplan dello Human Technopole. Poi l’apertura, la prossima settimana, di un bando internazionale per la selezione del direttore generale. A giugno, poi, la consegna al governo di una prima bozza di statuto per la cittadella della Scienza. Il tutto per arrivare pronti, a fine 2017, per accogliere i primi ricercatori.
Si muove il progetto che prevede la rivitalizzazione dell’ex aerea Expo e la sua conversione, definitiva, in un campus tecnologico e scientifico. Ad annunciare, alla presenza del premier Paolo Gentiloni, il crono programma dei lavori per l’ex spazio Expo è stato Stefano Paleari (nella foto), Presidente del Comitato di coordinamento Human Technopole, intervenuto a Milano a una tavola rotonda sulle sfide dell’innovazione.
A svolgere un ruolo fondamentale all’interno della città della Scienza sarà Palazzo Italia che diventerà, con tutta probabilità, la sede principale dello Human Technopole. L’ex padiglione simbolo dell’Italia nell’Esposizione Universale del 2015 diventerà un enorme cervellone in cui oltre centocinquanta ricercatori affronteranno sfide importanti su temi come l’oncologia, la nutrizione e le malattie degenerative. “Una scoperta scientifica è tale se migliora la vita, se coinvolge” – ha detto Paleari – “non è solamente innovazione tecnica”. Per questo motivo, e basandosi proprio su questo principio fondamentale, all’interno del Technopole verrà creato l’ “Ht con”, un itinerario parallelo allo Human Technopole e composto da sentieri. Otto in tutto: uno per la divulgazione scientifica, uno per i nuovi diritti, uno per la nuova industria, uno per la politica sanitaria, uno per l’innovazione sociale e uno per la politica di ricerca.
Intanto, solo un’ora prima della scadenza del bando avviato da Arexpo per la creazione del Technopole, la società che gestisce oggi i terreni nei pressi di Rho Pero ha raccolto quattro manifestazione di interesse da altrettanti colossi nazionali e internazionali i cui nomi, a oggi, rimangono ancora segreti. Secondo alcune indiscrezioni, i quattro colossi nazionali e internazionali sarebbero Euromilano, Fawaz, Blackstone e Lend Lease.
Solo nei prossimi giorni Arexpo valuterà attentamente come e se le domande presentate rispettino i requisiti previsi dal bando pubblicato lo scorso 3 gennaio. Entro 90 giorni, intanto, i soggetti intervenuti nella gara dovranno presentare la loro proposta per lo sviluppo dell’area (di 250 mila metri quadri, espandibili a richiesta fino a 480 mila) che verrà data in locazione per 99 anni.
Se da una parte l’ad di Arexpo Giuseppe Bonomi si è detto “assolutamente soddisfatto di come stiano procedendo le cose”, dall’altra il premier Gentiloni ha ribadito “l’importanza per l’Italia del progetto Human Technopole”. “È il più grande investimento scientifico in Italia in questi anni ed un esempio a livello europeo”, ha detto il premier nella sua visita milanese, “ed è un atto di fiducia nel futuro”. Da Gentiloni è arrivato anche un avvertimento: “La nostra non può essere una fiducia cieca, senza condizioni e vincoli. Lo scopo nel puntare sul progetto di HT è quello di dare radici all’esperienza riuscita dell’esposizione universale per la quale hanno fatto un lavoro importante Renzi e il ministro Maurizio Martina”. Ottimismo anche da Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio e Confcommercio Milano che ha ribadito come “il successo dei progetti internazionali di ricerca conferma la grande opportunità dello Human Technopole che, con l’Agenzia europea per il farmaco, sarà l’impegno futuro più rilevante di Milano. In questa fase è dunque essenziale l’appoggio concreto del Governo. Vincere queste sfide permette non solo alla nostra città ma a tutto il Paese di rafforzare l’attrattività e gli investimenti economici con benefici per i territori e l’occupazione”.
Ma le novità non riguardano solo lo Human Technopole. A due anni dalla fine di Expo e dopo continui tira e molla sulla sua possibile funzione futura, anche l’ex campo base (la cittadella sorta per dare alloggio ai lavoratori di Expo durante i sei mesi di Esposizione Universale), andrà all’asta.
Il bando, stilato dai liquidatori, è pronto dallo scorso novembre e dovrebbe essere pubblicato già domani. Termine massimo per proporsi come “acquirenti”: i 31 marzo. L’idea è quella di vendere, in toto o a pezzi, i prefabbricati dal valore di 6,5 milioni di euro, che oggi restano disabitati a meno di 1 km dall’area Expo. Tutto in vendita, dunque, ad eccezione dei tre moduli che Regione Lombardia ha destinato alcuni mesi fa alle popolazioni colpite dal terremoto.