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Ecco industrie e manager che plaudono dopo il discorso di Trump al Congresso

Di John D. McKinnon
Pfizer, export, messico, Donald Trump

Nelle prime cinque settimane di mandato presidenziale Donald Trump ha destato negli imprenditori un cauto ottimismo. Hanno apprezzato il suo messaggio sulle tasse, sulle infrastrutture e sulla regolamentazione, ma l’ottimismo è appunto cauto perché restano da chiarire ancora tanti dettagli. Martedì sera l’ottimismo sembrava guadagnare terreno. Esponenti del settore privato hanno applaudito il tono positivo del discorso tenuto da Trump davanti a una sessione congiunta del Congresso, anche se hanno riconosciuto una persistente mancanza di accuratezza in molti ambiti. La speranza è che il messaggio unificante possa alleviare le attuali impasse sulle questioni che più li preoccupano.

“Il presidente Trump ha presentato un messaggio economico molto forte che ha toccato le corde giuste”, ha commentato Juanita Duggan, presidente della National Federation of Independent Business. “I titolari di piccole imprese hanno atteso a lungo per ascoltare un discorso del genere dal presidente degli Stati Uniti”. E in tema di assistenza sanitaria i leader repubblicani hanno notato una svolta nell’appoggio al loro approccio da parte del presidente, il che potrebbe aprire la porta al progresso su altre questioni di natura commerciale. Tuttavia da Trump non sono giunte risposte alle continue domande su come la nuova amministrazione Usa affronterà altre grandi questioni, tra cui quelle sui dazi o sui patti commerciali, come il Nafta.

La revisione del codice tributario e le disposizioni in materia di immigrazione (altra idea lanciata da Trump) “saranno musica per le orecchie della comunità imprenditoriale”, ha sottolineato Jake Colvin, vicepresidente per le questioni commerciali globali del National Foreign Trade Council. Tuttavia “fino a quando non ci saranno ulteriori dettagli, è difficile dire come diversi segmenti della comunità imprenditoriale potranno reagire”.

Per quanto resti la voglia di conoscere maggiori dettagli, Doug Berenson, managing director della società di consulenza per la difesa Avascent, non è sorpreso del fatto che Trump non sia sceso nei dettagli del piano di finanziamento alla Difesa. “Da analista di budget per la Difesa mi piacerebbe sentire esattamente ciò che sono disposti a proporre”, ha ammesso. “Sono anche molto curioso di sapere come le varie personalità e gli ordini del giorno contrastanti all’interno dell’amministrazione Trump e del vertice del partito Repubblicano troveranno un equilibrio, viste le forti divergenze di opinioni sulle questioni di bilancio”. Il presidente ha promesso non solo di “rimpatriare milioni di posti di lavoro” e di istituire “un nuovo programma di ricostruzione nazionale” per le infrastrutture obsolete, ma anche di rendere i servizi per l’infanzia accessibili e di “contribuire a garantire ai nuovi genitori un congedo familiare pagato”. “Tutto ciò che è rotto nel nostro Paese può essere aggiustato”, ha affermato. “Ogni problema può essere risolto. E ogni famiglia in difficoltà può trovare rigenerazione e speranza”. Trump ha nuovamente sottolineato l’importanza vitale di stimolare una maggiore crescita economica. “Per raggiungere i nostri obiettivi in patria e all’estero dobbiamo riavviare il motore dell’economia americana”, ha ribadito, “agevolando la possibilità per le aziende di fare affari negli Stati Uniti e scoraggiandole ad andarsene”. La sua amministrazione sta studiando “una riforma fiscale storica” per ridurre le tasse sulle imprese “in modo che possano competere e crescere ovunque e con chiunque”. Ha aggiunto: “Sarà un grande grande taglio”. Poi ha promesso “sgravi fiscali enormi per la classe media”.

Molte aziende e gli investitori hanno fatto forte affidamento sulla sua persona, dato il potenziale impatto di alcune delle sue priorità politiche, come ad esempio la revisione delle imposte e della spesa in infrastrutture.

Secondo Joshua Bolten, presidente della Business Roundtable, le osservazioni del tycoon “dovrebbero dare lo slancio per quella grande riforma fiscale di cui questo Paese ha bisogno per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro a salari più alti di quelli attuali”. Già nelle prime settimane di mandato Trump si è posto in stretto contatto con le imprese, in particolare con quelle manifatturiere. Ha annunciato un’ambiziosa deregulation e altri interventi e anche le aperture di impianti, spesso circondandosi di top manager del settore privato. Inoltre il presidente ha audacemente promesso di realizzare alcuni degli obiettivi legislativi a lungo attesi dalla comunità imprenditoriale, come l’incremento degli investimenti nelle infrastrutture nonché la riforma fiscale e sanitaria.

“Questa è davvero la nostra occasione”, ha sintetizzato Jay Timmons, presidente della National Association of Manufacturers, che ha incontrato Trump la scorsa settimana. La fiducia delle piccole imprese e dei consumatori, così come gli indici azionari, sono generalmente in crescita dalle elezioni di novembre e i sondaggi suggeriscono che gli elettori in gran parte valutano la gestione dell’economia di Trump più favorevole rispetto ad altri aspetti della sua linea politica. Ma nonostante l’ininterrotta attività della Casa Bianca, in particolare sulla deregulation, alcuni osservatori temono che l’amministrazione possa non essere in grado di fare abbastanza per risolvere le controversie principali, alcune delle quali riflettono divergenze difficili all’interno della comunità imprenditoriale stessa. Target, per esempio, ha lamentato che una caratteristica della proposta fiscale della Camera, nota come adeguamento alle frontiere, farebbe lievitare i prezzi di prodotti di uso quotidiano in quanto la catena si basa fortemente sulla produzione estera. Assieme ad altri top manager del settore retail l’amministratore delegato Brian Cornell “ha perorato la causa contro il provvedimento portando fatti a sostegno” in occasione dell’incontro con Trump e i leader del Congresso a Washington all’inizio di febbraio. Martedì sera il presidente si è tenuto alla larga dalla questione.

Alcuni imprenditori hanno ipotizzato che il piano per migliorare i trasporti e altre infrastrutture sia scivolato in fondo alla lista delle priorità. In proposito, Thomas Pellette, presidente di Caterpillar, in una recente conferenza con gli investitori ha detto che l’ottimismo post-elettorale circa il piano di costruzioni deve ancora tradursi in nuovi progetti.

Anche la prima bordata sull’incremento della spesa militare, diffusamente definito come massiccio, non è stata all’altezza delle aspettative. Il rialzo proposto di 603 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2018 è solo il 3% al di sopra del piano delineato da Obama, anche se Trump potrebbe sorprendere con una spesa aggiuntiva nell’ambito del cosiddetto “war budget”, che aggira i limiti di bilancio.

Anche i numeri uno del settore farmaceutico hanno seguito attentamente il discorso in attesa di indizi su come Trump intenda affrontare la questione dei prezzi elevati dei farmaci, problema spesso citato dal neo-presidente dalla data del suo insediamento alla Casa Bianca. Nel discorso ha accennato all’impegno a “far scendere il prezzo artificialmente alto dei farmaci”, ma ha offerto pochi dettagli sulle modalità dell’intervento, il che potrebbe essere visto come un segnale positivo per le case farmaceutiche, ha rimarcato Geoffrey Porges, analista biotech di Leerink Partners. Quindi il neopresidente ha elogiato lo sviluppo di nuovi farmaci per le malattie rare e si è impegnato a “eliminare i vincoli” che impediscono un più rapido iter di approvazione da parte della Food and Drug Administration. In particolare ha lodato John Crowley, amministratore delegato del settore che ha contribuito allo sviluppo di un farmaco per il trattamento di una malattia rara di cui soffrono i suoi figli, che ha un costo di oltre 100 mila dollari l’anno per paziente. Leonard Schleifer, ceo di Regeneron Pharmaceuticals di Tarrytown (New York), si è detto “molto onorato” del fatto che il presidente sembrasse distinguere tra le aziende che abitualmente aumentano i prezzi dei farmaci più vecchi e quelle che sviluppano farmaci innovativi, i cui prezzi riflettono i costi di ricerca e “il valore che portano ai pazienti”.

Traduzione di Giorgia Crespi

Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi

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