Enrico Letta dichiara all’Unità che senza una riforma della legge elettorale l’Italia rischia uno scenario spagnolo. E allora? Dove sta il problema? La Spagna è stata un anno con un esecutivo in ordinaria amministrazione, ma, in quel tempo, la sua economia è cresciuta di più della nostra, benché il Paese fosse diretto da un premier volitivo e tuttofare, sostenuto da un’ampia maggioranza. Gli elettori spagnoli sono andati a votare più volte. Non hanno conferito una maggioranza sicura né ai socialisti né ai popolari, ma hanno tenuto fuori dalla stanza dei bottoni “Podemos”, il grillismo iberico in maniche di camicia. Noi, invece, vediamo ampliarsi giorno dopo giorno la piaga infetta e purulenta del M5S. Adesso la Spagna un Governo lo ha, composto e sostenuto da forze politiche responsabili. Non pare, poi, che se la cavino tanto male.
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L’accusatore di Ottaviano Del Turco – scrive un quotidiano – finisce indagato. L’ex pm Nicola Trifuoggi nei guai si difende: “Contro di me dossier per screditarmi ma vado avanti. Credo che l’indagine si riferisca a una richiesta di sanatoria”. Vi sono coinvolte 12 persone tra cui il figlio dell’ex magistrato. Da garantisti – anche se con lui verrebbe la tentazione di non esserlo – gli auguriamo che nessun pm annunci, a suo carico, una montagna di prove schiaccianti. Poi, se vuole, il dr. Trifuoggi – ora vice sindaco de L’Aquila con l’ambizione di un futuro in politica – ricordi un proverbio della saggezza popolare: chi la fa, l’aspetti.
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Diciamoci la verità. Chi ha offeso Paola Perego? Le donne dell’Est no, perché sono state indicate come le fidanzate migliori. Le donne italiane? Neanche, visto che è stata ribadita la loro mancata sottomissione ai mariti (Vade retro Satana!). E poiché la vera uguaglianza di genere comincia nei rapporti interpersonali e quindi all’intero della coppia, le donne italiane dovrebbero sentirsi lusingate.
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Ma se Paola Perego è stata sospesa dalla Rai – per alcune discutibili, ma non offensive, considerazioni sulle donne – quale sanzione doveva essere comminata a Massimo Giletti dopo la sua volgare intemerata sui vitalizi dei parlamentari?
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Anche Gianfranco Fini “teneva famiglia”. Peccato. È difficile che una persona, in pochi anni, dopo aver distrutto una lunga carriera e gettata al vento una promettente prospettiva politica, riesca anche a logorare pure la sua immagine personale (soleva dire come Francesco I “tutto è perduto fuorché l’onore!”). È evidente, infatti, che Fini ha mentito più volte agli italiani a proposito dei suoi rapporti con la moglie, il cognato e la casa di Montecarlo. Il fatto più grave, però, è un altro. Che troppi italiani sono stati disposti a credergli.