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Come riformare l’Inps?

(Ultima parte di un approfondimento più articolato. La settima parte si può leggere qui).

Chi scrive è ormai troppo scafato per credere con convinzione che, in questa Italia che si sta africanizzando, qualcuno voglia e possa mettere mano alle iniquità confermate dai numeri del Rapporto n°4 di Itinerari Previdenziali. E cioè, riformando il fisco, imponendo all’Inps una sostanziale riforma contabile e gestionale, controllando in modo massiccio tutte le pensioni assistenziali e sociali (contrasto di interesse e tenore di vita) e ricontrollando gli assegni di invalidità.

Tito Boeri, che non è in grado di controllare le assenze dal lavoro – per malattia – nel settore privato, ora vorrebbe farlo anche nel pubblico. Con che denari? Con che personale? Con che organizzazione?

In definitiva, il succo del discorso è uno solo: i titolari di pensioni previdenziali “hanno già dato” e non vanno ulteriormente “inquietati”. Non saranno le sentenze politiche della Consulta a far tacere le loro voci. Che si alzeranno sempre più forti, in Italia e a Strasburgo.

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