Se fossi uno scrittore di fantapolitica mi piacerebbe lavorare intorno al seguente soggetto. In un Paese immaginario – che potrebbe chiamarsi Stivalia – la lobby dei poteri forti (e occulti) con stretti legami internazionali è preoccupata per le condizioni di instabilità permanente in cui versa il Paese. Dopo aver provato a raddrizzarne le sorti con l’imposizione di un governo tecnico, presieduto da Mario Collina, un economista ben introdotto nei circoli del continente e dopo aver constatato che a Collina stesso non era riuscito il passaggio diretto in politica, la lobby decide di puntare su di un giovane esponente politico di periferia, Lorenzo Mattei, affidandogli il compito di dare un giro di vite ai meccanismi del potere di Stivalia ed assicurandogli, di conseguenza, quell’appoggio che gli avrebbe garantito il successo. Mattei è abile nell’utilizzare circostanze favorevoli inattese (e la dabbenaggine degli avversari) per una tempestiva prise du pouvoir. Ma gli appoggi, istituzionali, politici, economici e mediatici, sono decisivi ed essenziali per arrivare alla segreteria del partito di maggioranza e di lì alla presidenza del Consiglio, da dove esegue puntualmente e con determinazione i compiti che gli erano stati assegnati: modificare in senso autoritario e decisionista la Costituzione stivaliana e la legge elettorale.
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Il fatto è che Lorenzo Mattei, nell’impostare la campagna elettorale per il referendum confermativo della riforma costituzione, riesce a perdere clamorosamente una sfida che si riteneva avesse vinto in partenza. Poi, sulla legge elettorale si mette di mezzo la Corte Suprema di Stivalia che la rende praticamente inservibile allo scopo per cui era stata pensata. Così il castello di carte crolla di colpo e Mattei si trova in braghe di tela.
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Tenta una rapida rivincita cercando di provocare le elezioni politiche anticipate prima che la gente si dimentichi di lui. I media, che prima lo rincorrevano, gli voltano le spalle; un pezzo del suo partito se ne va; la persona di fiducia che lui aveva messo al suo posto per un breve periodo con l’incarico di tenere in caldo la poltrona, ci prende gusto e non se ne vuole più andare. I grandi protettori lo abbandonano. In Stivalia, però, non basta sconfiggere un leader sul piano politico; bisogna annientarlo, annichilirlo sul piano personale, accusandolo di colpe che suscitino l’indignazione della gente, ormai addomesticata allo spettacolo della gogna.
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Quale è il punto debole di Mattei? Il padre Raffaello che – a quanto dicono – ha delle frequentazioni che sollevano riserve ed obiezioni. Così da “colà dove si puote ciò che si vuole” vengono attivate le procure (se ne trova sempre una disponibile), perché le colpe del padre ricadano sul figlio. Mattei deve pagare per gli errori commessi, per non aver portato a termine, per presunzione, quei percorsi che aveva iniziato con successo.
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Non ho ancora deciso come concludere questo racconto di fantapolitica. Probabilmente mi convincerò ad immaginare un lieto fine.