Grande è la preoccupazione per quanto potrebbe verificarsi a Roma durante le celebrazioni della ricorrenza del Trattato del 1957. Probabilmente anche in altre capitali europee si svolgerebbero manifestazioni e proteste del medesimo tenore. Ma in Italia sembra esserci un malanimo più diffuso che coinvolge persino le forze “non eversive” (si vedano le dichiarazioni di Matteo Renzi). In sostanza, qualche distinguo dalla Ue sembrano cercarlo tutti i partiti. Da noi non c’è un Emmanuel Macron che invita i militanti a partecipare alle sue iniziative elettorali portando con sé il vessillo europeo. Per fortuna Sergio Mattarella ha pronunciato un discorso netto e non ambiguo a favore della prospettiva dell’integrazione. Grazie Presidente.
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Essere filo-europeisti critici è come essere antieuropeisti a metà.
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Roma, 25 marzo 2017: siamo tutti sbirri.
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Ad una mia “puntura” (21 marzo u.s.) Massimo Giletti ha replicato, via sms, sostenendo di non avere mai insultato, in trasmissione, i parlamentari e di aver, anzi, precisato sempre che non si devono dare giudizi negativi di carattere generale. Ne prendo atto. I telespettatori de L’Arena sono in grado di giudicare.
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Sulle orme di Pierluigi Bersani, il giovane Roberto Speranza ha dichiarato di non condividere la linea del tutti contro uno (il M5S). Ciò significa che la sua formazione politica (art.1-Mdp) non parteciperà, quando verrà il momento, al nuovo CLN (Comitato di Liberazione Nazionale)?
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Beppe Grillo ha risposto con ironica durezza, sostanzialmente offensiva, alle avances di Bersani. Non è la prima volta che succede. Ricordiamo tutti la brutta figura, all’inizio della legislatura, dell’allora segretario del Pd che porgeva l’altra guancia ai pesci in faccia dal comico-guru. “Colui che ama di più è il sottomesso e deve soffrire”, scriveva il grande Thomas Mann nel suo “Tonio Kroger”. E l’amore è cieco.
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Per ora il M5S viene considerato una forza politica di centro. Quando si dirà che, alla sua origine, c’è una costola della sinistra?