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Ragioni ed effetti della ritirata di Donald Trump sulla riforma sanitaria

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Venerdì alla Camera americana doveva essere votata la riforma sanitaria pensata dal Partito Repubblicano americano per sostituire il cosiddetto Obamacare, ma è stata ritirata.

LA VICENDA

Lo speaker Paul Ryan, il più alto in grado dei conservatori e creatore materiale della proposta di riforma (negli ultimi mesi anche la sponda dell’amministrazione), è corso alla Casa Bianca nel primissimo pomeriggio e ha aggiornato il presidente Donald Trump che il voto non sarebbe stato possibile. Motivo: mancava la maggioranza necessaria, diversi legislatori del partito avrebbero votato contro – insieme al blocco democratico – e il provvedimento sarebbe stato respinto. Più tardi Ryan in conferenza stampa è stato super-chiaro: ci siamo accorti che non c’era il consenso, e “allora abbiamo ritirato la legge” (dalla votazione), ha detto. Pochi minuti prima che venisse votata, si aggiunge: dunque nell’immediato futuro l’Obamacare resterà in vigore, ha spiegato Ryan con un groppo alla gola (“Non ve lo nascondo: oggi è un brutto giorno per noi”, le sue parole).

LA SINTESI

“Il presidente che ci fa fantasticare sulla sua ‘Art of the Deal’ è in realtà un ‘Apprentice’ nella scienza politica” è (ancora una volta) la sintesi perfetta di Scott Pelly della CBS: notare che “Art of the Deal” è il titolo di un libro di Trump che ha una tesi di fondo, gli accordi servono per fare affari, e [The] Apprentice” è il nome del programma televisivo che conduceva, un talent show dove i concorrenti vincevano la possibilità di diventare un suo portaborse. Trump giovedì aveva posto un ultimatum ai repubblicani, mettendogli pressione per ottenere una reazione: o votate o salta tutto. Alla fine non l’hanno ascoltato.

LA BATOSTA POLITICA

Anche se i calcoli matematici davano la riforma già per spacciata il giorno precedente, giovedì, quando si sarebbe dovuta tenere la prima votazione – rinviata nel tentativo di trovare una quadra – ritirare il Ryancare (così chiamano per via del suo autore l’America Healt Care Act, la legge che avrebbe dovuto sostituire l’Affordable Care Act, anche detto Obamacare) è una grande sconfitta politica per Trump. Basta pensare che il passaggio della riforma è stato finora – dopo 60 giorni – l’unica vera azione politica dell’Amministrazione Trump. Tutti i vari ordini esecutivi emanati hanno valore per certi versi minore e più contingentato, ma l’AHCA sarebbe stata una riforma che avrebbe interessato tutti i cittadini americani.

LE OPPOSIZIONI

Però c’erano due generi di opposizioni interne (più ovviamente quella esterna dei democratici, che hanno votato contro compatti). I più oltranzisti del partito dicevano che quelle proposte non erano le modifiche su cui hanno creduto quando Trump in campagna elettorale prometteva di distruggere l’Obamacare (che dopo l’approvazione del 2014 è diventato il simbolo contro cui il Gop ha trovato l’unione in battaglia, mentre su altri temi il partito era ed è piuttosto diviso). I più moderati hanno invece preso più sul serio le previsioni di chi pensava che con i cambiamenti introdotti molte persone avrebbero perso la copertura sanitaria – c’è per esempio un calcolo del Congressional Budget Office secondo cui entro il 2026 almeno 24 milioni di persone avrebbero perso la copertura, che con le regole introdotte dall’amministrazione Obama avevano ricevuto (in molto casi per la prima volta nella vita).

L’ANNUNCIO DI TRUMP

Il primo a sapere ufficialmente della decisione è stato il giornalista Robert Costa del Washington Post: “Hello Bob, e così l’abbiamo appena ritirata”, ha esordito in questo modo il presidente in una chiamata a sorpresa, dai “toni dimessi”, sul cellulare personale di Costa. Nella conversazione Trump ha annunciato che nelle prossime settimane non si sarebbe tornato sulla riforma, e che in futuro affronterà la cosa con i democratici (che intanto ha attaccato per non averlo sostenuto nemmeno un po’), cercando di trovare un accordo condivisibile – che non è da escludere, visto che l’Obamacare ha diversi aspetti che non funzionano e che vanno modificati. (Nota: Trump che ha chiamato i media disonesti, nemici e ha detto che era in guerra con loro, appena deciso di ritirare la legge ha telefonato a un report del WaPo e poi a Maggie Haberman del New York Times, tra l’altro due giornali che attacca spesso, soprattutto il Nyt, dicendo che diffondono fake news sull’amministrazione).

UN MESSAGGIO NEL MESSAGGIO

Durante questi ultimi giorni, sul Ryancare Trump ha perso il supporto di molti media conservatori, gli stessi che lo hanno aiutato a vincere, e questo, secondo un’analisi Dylan Byers è un messaggio nel messaggio che il presidente senza partito non può andare lontano. Addirittura Breitbart News, il sito prototrumpista fondato e diretto fino all’anno scorso dalla stratega della Casa Bianca Steve Bannon, aveva un’informazione esclusiva su movimenti della Casa Bianca per sostituire Ryan: la notizia di Breitbart non è verificabile (e forse non è nemmeno vera), ma il solo fatto che venga pubblicata in quel sito molto seguito dai fan di Trump anima la discussione tra gli elettori repubblicani e alimentare il caos.


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