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Vaticano, come sarà e cosa farà la Consulta femminile

nancy brilli

La cultura è donna, anche in Vaticano. Il Pontificio Consiglio della Cultura, nel giorno che precede la festa della donna, presenta ufficialmente la Consulta femminile.
Un organo nato circa un anno e mezzo fa, che ha il compito di favorire il dialogo tra le religioni ed i vari ambiti in cui le donne operano. Volti noti del mondo del giornalismo, dell’istruzione, della moda, della religione e dello spettacolo daranno il proprio contributo ai progetti presenti e futuri del Pontificio Consiglio della Cultura.

PERCHÉ UNA CONSULTA AL FEMMINILE

Tutto è cominciato nella primavera del 2014 quando il Pontificio Consiglio dedicò l’Assemblea Plenaria del 2015 al tema “Le culture femminili” e chiese ad alcune donne di accompagnare i lavori preparatori. L’apprezzamento per i temi sollevati e per il metodo dialogante adottato dalle partecipanti, durante i lavori, spinse il cardinale Ravasi a creare un organo femminile permanente nel Dicastero. Così, il 23 giugno del 2015, è nata la Consulta femminile del Pontificio Consiglio della Cultura. Al suo interno entrarono a far parte sia il gruppo di donne che collaborarono alla preparazione della Plenaria, sia un gruppo più ampio e rappresentativo. Oggi, i membri della Consulta sono trentasette donne attive nel mondo delle professioni, dello sport, della Chiesa, della politica e dello spettacolo. Esse si riuniscono formalmente tre volte l’anno ed intervengono con diverse proposte su varie attività del Dicastero: dall’intelligenza artificiale all’antropologia umana. Il fine non è parlare di donne ma portare in un mondo quasi esclusivamente maschile un punto di vista nuovo sui temi universali della società contemporanea.

Tante donne attive non solo nei rispettivi settori ma nella società, da Lavinia Biagiotti (in foto) a Nancy Brilli, da Shahrazand Houshmand a Sira Fatucci. Personalità di fedi diverse, pronte a dare il proprio contributo al Pontificio Consiglio della Cultura.
Il cardinale Ravasi ha aperto la conferenza dichiarando: “Fino a poco tempo fa non c’erano donne a livello dirigenziale nel Pontificio Consiglio della Cultura, quindi mancava l’immagine di Dio nella sua completezza” ed ha aggiunto: “Con la nascita della Consulta nel Dicastero le cose sono cambiate. Questa iniziativa vuole essere soprattutto uno sguardo femminile rivolto a tutte le attività del nostro Dicastero. Il loro contributo potrebbe essere segnalato a due livelli. Il primo riguarda i contenuti, che non avevamo previsto e che fanno parte maggiormente dell’esperienza femminile. Il secondo è quello dello stile, che ci consente di introdurre una lettura più globale della realtà e dei temi che affrontiamo”.

CHE COSA HANNO DETTO LE DONNE DELLA CONSULTA

Alla conferenza hanno preso parte diverse partecipanti della Consulta, anche di altre culture e religioni come Shahrazad Houshmand. La teologia iraniana nonché docente di Studi islamici si è soffermata sul ruolo della donna anche nella tradizione islamica spiegando: “La donna rappresenta una presenza creativa e compassionevole nella società e la diversità, in armonia, può creare un servizio al bene comune dell’umanità. In fondo, la figura femminile è centrale nel messaggio coranico”.
Le attività delle trentasette donne sono coordinate da Consuelo Corradi, la quale ha sottolineato che il lavoro della Consulta “non porta avanti alcun discorso ideologico piuttosto mette in campo l’esperienza di tante madri, mogli, compagne e lavoratrici, nelle loro relazioni sociali e nel confronto tra culture e religioni diverse”.

Nella Consulta hanno trovato spazio anche personaggi del mondo dello spettacolo come Nancy Brilli. L’attrice, infatti, ha dichiarato: “Mi ha convocata il cardinale e mi ha chiesto se volevo far parte di questa nuova scommessa, questa sfida e ho accettato subito, perché questa apertura è assolutamente inedita. Ognuna di noi porta la sua esperienza personale e sono le più diverse”. Tante menti che, insieme, daranno dei contributi innovativi al Dicastero guidato da Ravasi ed offriranno un approccio culturale inedito, a tinte rosa, dentro e fuori le mura vaticane.



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