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Ecco come le Ferrovie viaggiano verso il mercato unico europeo

Liberalizzazioni sì, ma a due velocità. Il che crea una certa confusione all’interno dell’Europa, prossima alla creazione di quello spazio unico europeo previsto dal quarto pacchetto ferroviario. Ovvero, mercato liberalizzato, dai costruttori di treni ai fornitori di servizi annessi al settore dei trasporti su ferro. La questione dell’apertura del mercato ferroviario è stata affrontata ieri pomeriggio in un convegno al Senato, che ha visto la partecipazione tra gli altri, del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, dell’ad di Ferrovie, Renato Mazzoncini, del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e del presidente dell’Autorità dei Trasporti Andrea Camanzi.

QUEL PRIMATO (ITALIANO) NELL’ALTA VELOCITA’

L’Italia ha un primato, quello dell’Alta Velocità, visto che è l’unico Paese in Europa ad avere un mercato aperto sulle linee più veloci (le Frecce, ovvero Fs e Italo).  “Siamo l’unico paese in Europa ad avere già liberalizzato l’alta velocità. La consideriamo una grande conquista per i cittadini europei e italiani perché dimostra che l’Europa è davvero uno spazio unico di opportunità e di connessioni. Un grande risultato ottenuto dalla Commissione dal parlamento e dai governi”, ha rimarcato Delrio. Che poi non senza una punto d’orgoglio, ha elencato i recenti successi del governo sull’Alta Velocità al Meridione. “Per l’Italia cambia nel momento in cui abbiamo portato a termine gli investimenti programmati. Sull’alta velocità Napoli-Bari i cui cantieri partono adesso, sull’alta velocità siciliana, sulla velocizzazione della direttrice tirrenica e adriatica e sul potenziamento delle linee regionali”. Tutto bene? Non proprio.

DOVE LA LIBERALIZZAZIONE FERROVIARIA ARRANCA

Se sull’AV l’apertura del mercato procede tutto sommato spedita, sul resto delle tratte “le liberalizzazioni procedono a rilento, a differenza di quanto avvenuto nei settori dell’aviazione e del gas”, hanno spiegato le Ferrovie in una nota diffusa a margine del convegno. “Allo stato attuale”, ha spiegato Mazzoncini, “la liberalizzazione dei servizi ferroviari presenta ancora rilevanti criticità per la mancata approvazione del principio di reciprocità fra gli operatori ferroviari”. Infatti, questa mancanza, ha spiegato, “favorisce chi opera in mercati protetti in quanto e’ al riparo dalla concorrenza e non incontra restrizioni nell’accesso alle reti degli altri Paesi”. Nonostante tutto “Ferrovie è pronta ad accogliere” un’accelerazione “delle liberalizzazioni” ha chiarito il manager.

FS FORMATO EUROPEO?

Le Ferrovie targate Mazzoncini, che puntano a coprire la tratta Roma-Milano in 2 ore e 20 entro il 2017, non stanno comunque a guardare, ridisegnando il proprio perimetro su base europea. La conferma è arrivata dallo numero uno del gruppo, intervenuto nella Sala Zuccari del Senato. “In Ferrovie siamo fortemente europeisti, molti si dichiarano tali ma noi quest’anno abbiamo davvero agito con due acquisizioni. Ovvero la Trenitalia greca e un’azienda inglese (Nxet, ndr). Quando ci rifletto è abbastanza significativo: abbiamo investito su un’azienda di un Paese aggrappato da anni all’Europa cercando di non farsi sbattere fuori e su un altro che è appena uscito pensando di essere più brillante della media europea”.

CHE COSA SUCCEDERA’ A FINE 2017

Un nuovo tassello per la liberalizzazione del mercato ferroviario europeo sarà comunque fissato domenica 24 dicembre 2017 con l’entrata in vigore del regolamento UE 2016/2338. In pratica sa dicembre le autorità competenti di ogni Stato membro dell’Unione Europea (Stato, Regioni, Enti locali) dovranno stabilire per il trasporto, sia su ferro sia su strada, le specifiche degli obblighi di servizio pubblico – Pubblic Service Obbligation (PSO) – e l’ambito di applicazione, potendo anche raggruppare i servizi remunerativi con i servizi non remunerativi. Specifiche che dovranno essere coerenti con gli obiettivi di politica di trasporto pubblico degli Stati membri.



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