Nel dialogo tra cattolici e luterani “siamo approdati un nuovo periodo ecumenico”, dove “ciò che ci unisce è più grande di ciò che divide”, e dove ecumenismo è un “richiamo alla conversione non solo dei singoli fedeli ma dalle Chiese stesse”, ha affermato il cardinale Walter Kasper (nella foto) in conclusione del convegno di tre giorni organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze storiche in Vaticano, presso l’Istituto di Maria SS.ma Bambina, dal titolo “Lutero 500 anni dopo. Una rilettura della Riforma luterana nel suo contesto storico ecclesiale“.
KASPER E L’ATTESA DICHIARATA PER LA “COMUNIONE DEI COSIDDETTI MATRIMONI MISTI” MA “NELLA FEDE EUCARISTICA”
Non fermandosi però alle semplici considerazioni, ma dichiarando di attendersi “un risultato concreto visibile e durevole”, ovvero la “comunione eucaristica a coppie dei cosiddetti matrimoni misti che condividono la fede eucaristica”: “potrebbe essere un piccolo passo verso un futuro comune”, ha attestato il cardinale, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e figura centrale dell’ecumenismo cattolico.
LE COPPIE “PRIMA DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO” SONO GIÀ “UNITE NEL BATTESIMO”
La questione della comunione eucaristica rappresenterebbe così “il complemento”, sul tema dei sacramenti, della “Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione” firmata nel 1999, che certifica in questo modo come le differenze sulla comunione “non saranno più contrapposte o si escluderanno reciprocamente”, ma saranno “riconciliabili o tollerabili”. “Le coppie sono già unite nel battesimo, e questo è il fondamento, possibile però solo se si vive la fede in Cristo e si prega insieme”, ha specificato il cardinale, incalzato dal giornalista della Stampa Andrea Tornielli: “Il sacramento del matrimonio” è in questo senso “un rapporto aggiuntivo”, considerando per di più il tema del matrimonio “nei figli”. “Sono casi concreti, che auspichiamo che vadano insieme”, ha aggiunto senza indugi il porporato: “bisogna capire l’eucarestia insieme”.
“TUTTI VOGLIONO L’UNITÀ” MA “CI SONO DIFFERENZE NEI VESCOVI E NEL MINISTERO PETRINO”, CHE NE È SIMBOLO
“Tutti vogliono l’unità – ha poi spiegato il prelato – ma esistono ancora differenze sui ministeri, in particolare quello del vescovo” e del “ministero petrino, che noi cattolici consideriamo essenziale per la piena comunione”. Su questo punto “nel ‘500 la polemica era particolarmente viva, e oggi viviamo in una situazione nuova in cui il ministero petrino esercitato in forme collegiali e sinodali potrebbe rivelarsi più che mai provvidenziale”. Il papa infatti “non è onnipotente”, ha aggiunto Kasper: “ha le mani legate, e deve tenere insieme il suo gregge. Non dice infatti che le sue parole hanno valore assoluto”, ma è “un simbolo, quello dell’unità. E non è facile”.
LE PAROLE DEL PAPA ALL’UDIENZA: “STIAMO SPERIMENTANDO I RISULTATI DELLO SPIRITO SANTO”
In sostanza, non si può “raggiungere la piena comunione spiccando un salto in avanti”, ma lo si può fare “con molti passi pazienti e concrete soluzioni intermedie”. Il convegno quindi, che nasce nell’idea di inquadrare in prospettiva storica l’incontro di Lund e la conseguente “riabilitazione” di Lutero, è stato scandito in mattinata dall’udienza di Papa Francesco: “Cattolici e luterani insieme, che discutono di Lutero, per mano dell’Ufficio della Santa Sede: veramente stiamo sperimentando i risultati del lavoro dello Spirito Santo” ha detto Bergoglio con nitidezza, aggiungendo che “uno studio attento e rigoroso” permette alle Chiese di “discernere e ricevere ciò che è stato positivo e legittimo nella Riforma”, e di “distanziarsi da errori, estremi e fallimenti, riconoscendo i peccati che hanno portato alla divisione”.
IL TEOLOGO LUTERANO: “IL MIO COMPITO È RISPONDERE: CRISTO È STATO FORSE DIVISO?”
Ma ancora più netto è stato il commento del teologo e vescovo evangelico luterano tedesco Heinrich Bedford-Strohm: “io da teologo ho un compito, dare una risposta alla domanda di Paolo: Cristo è stato forse diviso? È perciò la dimensione religiosa e teologica che va analizzata. A Lutero premeva riscoprire Cristo, questa è la sfida odierna, 500 anni dopo. A Lund si è celebrato insieme per lenire le ferite reciproche e chiedere perdono, e questo sarebbe stato anche il suo obiettivo”.
FEDE E AMORE PER LUTERO SONO INSEPARABILI, DICE IL TEOLOGO LUTERANO
“Noi cristiani ci siamo uccisi, nelle guerre di religione, con il nome di Cristo in bocca”, ha continuato il tedesco. Mentre fede e amore per Lutero “sono inseparabili e sono il passo decisivo della sua riforma”, che “parla del legame indissolubile tra opere e fede”, che “restano esteriori ma provengono dal profondo dell’essere umano”: è “l’asse portante della sua teologia”. Partendo cioè “dall’amore per Dio, che significa difendere i deboli, occuparsi dello straniero, superare la violenza, lanciare un segno di riconciliazione, e di avere una vita gioiosa a servizio del prossimo” ha spiegato il teologo. Aggiungendo che “Lutero ne sarebbe stato felice”.
IL GIORNALISTA DELLA FAZ: “HO L’IMPRESSIONE CHE LUTERO SIA GIÀ IN VATICANO”
“Dopo aver vissuto in Palestina e Israele sono venuto a Roma e ho avuto una sensazione: che qualcosa è stato avviato”, ha concluso lo storico e corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung Jörg Bremer: “È stato qualcosa di meraviglioso, che può essere d’aiuto anche alle condizioni delle fedi nel medio oriente”. Che cioè si tratta di “un segno per il mondo, per la pace nel mondo”, e non per “i dibattiti teologici e per le discussioni delle Chiese”, ha rinsaldato Andrea Tornielli. E l’impressione, definitiva, del giornalista tedesco è che “Lutero sia già entrato in Vaticano”, e che “abbia la sua stanza personale”.