Nicola Bombacci, chi era costui? Bombacci fu uno dei fondatori del Partito comunista d’Italia dopo la scissione dal Psi al Congresso di Livorno nel 1921. Personaggio complesso e stravagante non esitò a simpatizzare con il regime fascista, fino a prendere parte alla Repubblica sociale italiana e ad essere giustiziato dopo la sua caduta. Sarebbe, però, fargli torto accusarlo di aver cambiato posizione politica, fino al punto di indossare la camicia nera. Bombacci si dichiarò sempre socialista e fautore di un’alleanza anticapitalista tra i regimi fascisti e l’Urss. Non a caso si fece abbindolare dal “ritorno al fascismo rivoluzionario e repubblicano delle origini” sbandierato dallo Stato fantoccio di Salò. Di lui si è cancellata ogni memoria (lo stesso destino è toccato ad Amedeo Bordiga, molto in vista ai tempi della fondazione del partito, emarginato per le sue posizioni politiche di estrema sinistra, certamente mai compromesso, tuttavia, con il fascismo).
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Dopo la kermesse di Ivrea il M5S sta preparando il suo programma elettorale attraverso la partecipazione telematica degli iscritti. Se non è democrazia questa!? È capitato persino che poco più di 10mila votanti abbiano aderito a proposte che potrebbero scardinare la politica estera tradizionale dell’Italia (uscita dalla Nato, avvicinamento a Putin, ecc.) e portare il Paese fuori dalla Unione europea e dall’euro. Bene (anzi male). Ma che cosa c’entrano Bombacci e Bordiga in tutto questo? Pare che a Ivrea sia intervenuta una metempsicosi ovvero una reincarnazione delle anime delle due personalità dimenticate dalla storia in altri soggetti a noi contemporanei che – sia pure dietro le quinte – stanno dando il loro contributo alla stesura del programma “grillino”: Giorgio Cremaschi e Giuseppe Della Rocca. Ambedue ex sindacalisti parecchio radicali (Della Rocca è stato anche un docente) stanno facendo pervenire allo stato maggiore pentastellato proposte attinenti alla democrazia di base, alla rappresentanza e rappresentatività, alla partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda. Intelligenza con il nemico?
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Ma la via dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni (che poi se ne vanno a ramengo). Come giudicano Bombacci/Cremaschi e Della Rocca/Bordiga la proposta dei “grillini” di disintermediare il rapporto tra lavoratore e datore, in pratica aggirando i sindacati, condannati a scomparire in un breve lasso di tempo?
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A Giorgio e a Giuseppe consiglierei di andarsi a rileggersi quanto scriveva Charles Péguy sui delitti e gli orrori causati, nella storia, dal timore di non essere abbastanza di sinistra.
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Si continua a commentare la vicenda Consip dopo aver scoperto lo “scherzo da prete” fatto da un brillante ufficiale dei carabinieri. Viene spontanea una domanda: se la frase registrata fosse attribuibile ad Alfredo Romeo e se il Renzi citato fosse Tiziano, sarebbe tutto a posto? Ma è ammissibile che su di un pugno di parole, captate attraverso una registrazione, si costruisca un poderoso rapporto nel quale Tiziano Renzi – ancorché personaggio controverso – viene descritto come se fosse Al Capone?