I due partiti storici in Francia non avranno loro candidati al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Francia tra 15 giorni. E’ questo uno degli effetti politici del primo turno delle presidenziali come emergono dai primi exit poll che danno in vantaggio Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
Il leader del neonato movimento En Marche sarebbe attestato intorno al 24%, mentre la leader del Front National sarebbe intorno al 22%. Numeri che premiano l’ex ministro dell’Economia del governo Valls – un socialista che ha abbandonato il campo della sinistra tradizionale per fondare un movimento riformista e liberale di stampo moderato – e che consentono alla figlia di Jean-Marie Le Pen di andare al secondo turno con una percentuale leggermente inferiore rispetto alle previsioni.
Il partito neogollista con François Fillon come detto non arriva al secondo turno ma visti i casi mediatico-giudiziari che lo hanno coinvolto una percentuale di poco inferiore al 20% non può essere considerata una sconfitta sonante per Fillon. Mentre è sicuramente una netta sconfitta, seppure largamente prevista, quella del partito socialista di Hollande che aveva candidato Hamon, che ha superato a malapena il 6% (anche se Hollande è stato di fatto uno degli sostenitori di Macron). Non ha superato il primo turno Mélenchon, che come Fillon si attesta in base ai primi exit poll su una percentuale di poco inferiore al 20%.
Se dai primi sondaggi si può dire che il favorito a questo punto è Macron, il quale potrà contare sull’appoggio già esplicito di Hamon e Fillon, resta da vedere se le chance della Le Pen per la vittoria finale restano intatte oppure no. Certo si profila di fatto una sorta di unione anti Front National fra le forze di centro e di sinistra che sosterranno Macron. Anche se Le Pen cercherà di far leva sugli elettori di Mélenchon, dal profilo programmatico sovranista e anti globalizzazione, dunque simile in questi aspetti alle tesi lepeniste: non a caso Mélenchon non ha detto di votare Macron: mani libere al secondo turno.