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Perché andrò ad Ivrea chiamato da Davide Casaleggio. Parla Gianluigi Nuzzi

Gianluigi Nuzzi (giornalista e scrittore)

Ci sarà anche il giornalista e scrittore Gianluigi Nuzzi alla prima dell’associazione intitolata a Gianroberto Casaleggio che sabato a Ivrea – all’Officina H dell’Olivetti – esordirà con un evento sul futuro cui parteciperanno numerosi tra manager, intellettuali, accademici e giornalisti. Una giornata di approfondimento e dibattito durante la quale il tema del futuro sarà analizzato da sei diverse angolature: la tecnologia, il lavoro e le imprese, la scienza, l’informazione, il potere e l’uomo. Tra gli altri interverrà anche Nuzzi che in questa conversazione con Formiche.net spiega le ragioni della sua partecipazione e anticipa alcuni dei contenuti che saranno affrontati nel corso dell’iniziativa.

Di cosa parlerai sabato a Ivrea?

Avrò il piacere di ragionare con Enrico Mentana sull’evoluzione dei media, metterò a confronto scienziati e manager come Ermanno Leo, primario dell’Istituto dei tumori, e Nicola Bedin, ceo dell’ospedale San Raffaele sul futuro della medicina, della ricerca e del nostro sistema sanitario. Cercherò delle risposte: il nostro Paese invecchia ma la struttura della sanità si sta adeguando o andrà al collasso? I malati di tumori rappresentano un’emergenza per la ricerca o l’occasione per rendere le terapie un business?

Come si svolgerà l’evento?

Non ci sarà alcun politico invitato o che interverrà sul palco proprio per consentire al massimo il libero confronto senza pregiudizi, steccati, miserie ideologiche. Siamo talmente concentrati e preoccupati dalle umane cose quotidiane, che ormai il futuro è diventata una parolaccia, un tabù, un’utopia. Proprio per questo il perno della giornata sarà il futuro – parola cara e studiata da Gianroberto Casaleggio – declinato su temi strategici come robotica, tecnologia, potere e informazione. Ma soprattutto il potere dell’uomo. Stiamo entrando con forza nell’era dell’intelligenza artificiale ma una mucca che con il suo latte nutre il mondo farà sempre 3 chilometri all’ora.

Pensi che Davide Casaleggio lo abbia costruito in questo modo anche per aprire sempre di più il MoVimento 5 Stelle a esperti, manager, intellettuali e accademici?

Credo che sia un momento di confronto tra chi non deve ringraziare nessuno per quello che è se non i propri genitori. Che non ha tessere in tasca se non l’abbonamento ai mezzi pubblici e i punti del supermercato. Ed è la maggioranza del Paese. Le contaminazioni sono l’anima dell’evoluzione, tutto il resto è polemica strumentale.

Ritieni che quest’associazione possa servire ai cinquestelle anche per selezionare e formare una sua classe dirigente?

Non lo so, né mi interessa. Però in cuor mio spero che né i cinquestelle né altri movimenti o partiti selezionino la classe dirigente tramite giornate di studio. Per avere ruoli o incarichi di responsabilità dovrebbe contare la storia personale, le competenze, le capacità di affrontare e superare i problemi. In Italia non è così.

Sei stato uno dei pochissimi giornalisti a intervistare Gianroberto Casaleggio. Che ricordo hai di lui?

Io non guardo la fede politica di una persona ma rimango sempre incuriosito dalla capacità di proiettare visioni e individuare strumenti per raggiungerle. Gianroberto per me è esattamente questo: un uomo dalla cultura poliedrica, figlio della fine delle ideologie, attento ai mutamenti.

Cosa pensi che accomuni Davide e Gianroberto?

Sono osservatori, studiano, cercano di capire. Il giudizio lo lasciano alla fine.

Enrico Mentana intervistato dal Corriere della Sera ha detto no ai pregiudizi politici verso il movimento 5 stelle. Condividi?

I pregiudizi mi rendono simpatici i destinatari degli stessi. Ed è un comune sentire che contribuisce ad accrescere il consenso politico per questo movimento.

In rete e non solo c’è chi sta definendo grillino chiunque vada all’evento di sabato. Che ne pensi? Ti senti almeno un po’ pentastellato?

Che bello, così in sala avremo i coraggiosi d’Italia e quindi saremo tantissimi! No, questo è un ragionare sciatto. Strano però che quando sono andato – e andrò – a feste del Pd, di Forza Italia o della Lega nessuno mi venisse a porre questa domanda…

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