I risultati del 2016 (e inizio 2017) della società della moda di alta gamma Prada possono essere riassunti così: scendono i profitti ma salgono i dividendi distribuiti agli azionisti. E a beneficiare in misura maggiore della cedola è la Prada Holding, che custodisce la quota di super maggioranza pari all’80% del gruppo omonimo e che fa capo alla storica famiglia fondatrice e a Patrizio Bertelli (che guida la società come ceo in tandem con la moglie Miuccia Prada). Il restante 20% del capitale è costituito dal flottante, poiché va ricordato che dal 2011 il gruppo del lusso è sbarcato sul listino di Hong Kong, dopo che negli anni precedenti si erano rincorse indiscrezioni su una sua quotazione a Piazza Affari a Milano.
I NUMERI DEL GRUPPO
Vediamo, nel dettaglio, i numeri. Prada ha annunciato in una nota di avere chiuso l’esercizio al 31 gennaio con un utile di 278,3 milioni. Il dato si confronta non soltanto con i 330,9 milioni realizzati un anno prima, e quindi risulta essere in calo, ma anche con i quasi 300 milioni stimati dalla media degli analisti (cosiddetto consensus) di Thomson Reuters. Nonostante la flessione dei profitti, sia rispetto all’anno prima sia rispetto alle aspettative, il consiglio di amministrazione, guidato come detto dalla coppia di azionisti forti Prada-Bertelli, ha deciso che proporrà all’assemblea dei soci un dividendo pari a 12 centesimi di euro per azione, in crescita del 9% dal 2015 (anche in questo caso sopra le aspettative degli analisti, che avevano preventivato una cedola di 9 centesimi per titolo). Dal momento che la famiglia Bertelli controlla Prada Holding, che ha l’80% della società, è praticamente impossibile che la proposta sul dividendo non passi in assemblea. In discesa anche i ricavi, che si sono attestati a 3.184 milioni, in calo del 9% a cambi costanti e del 10% a cambi correnti. In particolare, nel canale retail le vendite hanno registrato una flessione del 13% a cambi costanti (-14% a cambi correnti) a 2.634,9 milioni, con un trend in progressivo miglioramento nel secondo semestre e in particolare negli ultimi mesi. Al contrario, il canale wholesale cresce del 15% a cambi costanti (+13% a cambi correnti) a 504,4 milioni, con un progresso significativo rispetto al 2015, “grazie ai positivi risultati delle collaborazioni recentemente avviate con partner e-tailers”, spiega una nota di Prada.
ANNO DI TRANSIZIONE
“Il 2016 ha rappresentato per il gruppo Prada uno sfidante anno di transizione, ciò non di meno sono stati conseguiti risultati soddisfacenti e in linea con le attese del mercato”, ha commentato il numero uno del gruppo Bertelli, aggiungendo: “Sono fiducioso che la nostra visione creativa unita agli investimenti finalizzati ad accrescere il coinvolgimento off-line e on-line dei nostri clienti, ci posizioni stabilmente su un percorso di crescita sostenibile. L’elevata generazione di cassa e la fiducia nel futuro sviluppo del gruppo ci consentono di proporre un dividendo pari a 12 centesimi per azione, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente”.
RAZIONALIZZAZIONE DEI PROCESSI
“L’attuazione del programma di razionalizzazione dei processi operativi e gestionali – recita la nota ufficiale divulgata da Prada – ha significativamente mitigato l’impatto sui margini derivante dalla flessione del fatturato: il gross margin (margine lordo, ndr) si mantiene su livelli elevati (72%) e la revisione della struttura dei costi ha consentito una riduzione delle spese operative del 10% rispetto allo scorso anno, con un’azienda globalmente più snella ed efficiente”. A commento dei numeri e a seguito della conference call, Luca Solca, analista di Exane Bnp Paribas, ha fatto notare che, in termini di taglio dei costi, “c’è ancora spazio per razionalizzare la struttura”. Inoltre, ha aggiunto Solca, “Prada presenta un’elevata redditività rispetto a Miu Miu”, altra linea di abbigliamento del gruppo, “ma i margini per quest’ultima stanno migliorando in termini di razionalizzazione dei costi e aumenteranno la profittabilità nel giro di pochi anni”. Saranno da monitorare i numeri del 2017… e i relativi dividendi che andranno principalmente alle famiglie Bertelli-Prada.