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Cosa pensano Bentivogli, Camusso, Cremaschi e Furlan delle idee sul lavoro del Movimento 5 Stelle

Susanna Camusso cgil lavoro

C’è chi apre al dialogo sul rinnovamento e chi vede il pericolo dello smantellamento dei diritti dei lavoratori. Le risposte dei maggiori sindacati italiani alle proposte del Movimento 5 stelle sulla promozione di “nuove forme di democrazia e partecipazione sui luoghi di lavoro”, seppure diverse nella sostanza, hanno in comune un aspetto: l’eliminazione dei “corpi intermedi” tra datori di lavoro e lavoratori è un errore. Ecco cosa hanno detto Annamaria Furlan, Marco Bentivogli e Susanna Camusso sul Programma Lavoro del Movimento 5 Stelle.

COSA DICE FURLAN

“La partecipazione ed il protagonismo dei lavoratori nei luoghi di lavoro si esercitano in forma collettiva attraverso il ruolo del sindacato e con la contrattazione, non in forme individuali che rischierebbero di lasciare da soli i lavoratori o di scadere nel paternalismo senza incidere nelle scelte delle aziende”. Sono le parole della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sul programma Lavoro del Movimento Cinque Stelle. “È certamente importante – si legge nella nota pubblicata dalla Cisl – che un partito giovane come Cinque Stelle si confronti e discuta al proprio interno e con i cittadini sui temi del lavoro dei giovani, sui mutamenti del sistema produttivo, legati anche alle trasformazioni tecnologiche e digitali, sulla necessità di introdurre criteri di flessibilità in uscita nelle pensioni, soprattutto per i lavori più usuranti, in modo da garantire il necessario turn-over sia nelle aziende, sia nella pubblica amministrazione”. Un’apertura, quindi, verso il possibile rinnovamento dei sindacati, seppure senza dimenticare che i lavoratori, da soli, non hanno la possibilità di interfacciarsi alla pari con i datori di lavoro. Furlan, inoltre, ha ricordato che molte delle proposte dei 5 Stelle fanno parte dell’attività della Cisl da moto tempo e per questo apre al dialogo: riforma delle relazioni industriali, migliore conciliazione tra tempi di vita e tempo di lavoro (smart working) e “soprattutto della promozione di nuove forme di democrazia economica e di partecipazione dei lavoratori nella governance delle imprese”. “Quest’ultimo – conclude Furlan – è un tema cruciale che sta molto a cuore alla Cisl che storicamente ha sempre puntato sulla partecipazione e sulla co-responsabilizzazione del lavoratore nelle scelte sia nelle aziende private, sia nel lavoro pubblico, anche attraverso l’utilizzo dei fondi pensione e la partecipazione al capitale di rischio delle imprese”.

L’OPINIONE DI BENTIVOGLI

Anche Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, si attesta sulla linea del dialogo con i 5 Stelle, seppure non senza qualche critica verso alcune delle proposte dei pentastellati. “Se il Movimento 5 Stelle concentra la sua spinta, consapevole dell’utilità del sindacato, verso il rinnovamento, mi trova alleato”, ha detto Bentivogli dai microfoni del programma radiofonico Tutta la città ne parla su Rai Radio3, ma il dibattito non si può banalizzare. È necessario rinnovare i sindacati, renderli più trasparenti e democratici, però, ha sottolineato il segretario della Fim Cisl, non è certo il Movimento a poterlo insegnare, se si considerano i problemi della democrazia interna esplosi col caso Genova. Secondo Bentivogli, i 5 Stelle dovrebbero fare un tour dentro le piccole imprese italiane in cui i lavoratori iscritti ai sindacati vengono discriminati o licenziati, e poi lancia una stoccata ai parlamentari: “Io non sono in parlamento, mentre loro sì. Vorrei sapere, proprio perché c’è un disegno di legge che è messo in fondo alla pila delle priorità purtroppo, che riguarda proprio i comitati di sorveglianza nelle imprese italiane. Ecco, perché invece di fare queste boutade sul sindacato il Movimento 5 Stelle non sostiene, modifica, integra questa proposta di legge per cambiare veramente la governance delle imprese?”.

LA REAZIONE DELLA CAMUSSO

Si sta tornando alla posizione assunta dal governo nel 2014 secondo la segretaria della Cgil Susanna Camusso, ossia “non conoscere com’è fatto il mondo del lavoro e di immaginarsi sempre che un lavoratore sia alla pari con il suo datore di lavoro e che quindi singolarmente possa avere rapporti di forza significativi. È il principio con cui si è smantellato il diritto del lavoro e come è noto noi vorremmo ricostruirlo con la carta dei diritti universali”. Intervistata da Repubblica, Camusso ha spiegato che nel dialogo con Mdp la Cgil sta lavorando non per la disintermediazione, ma anzi per la “valorizzazione dell’organizzazione collettiva dei lavoratori”, che si muove in tutt’altra direzione.

COSA PENSA CREMASCHI

Dalle pagine del Corriere della Sera di ieri, l’ex leader della Fiom Giorgio Cremaschi guarda con “interesse ai Cinque Stelle, come tutti gli italiani in questo momento”. Cremaschi, che pubblicherà un video sul blog di Beppe Grillo proprio sui temi del lavoro, sostiene che il “sindacato è essenziale, come essenziale è il suo rinnovamento” e in funzione di questo esporrà tre modifiche: la possibilità da parte dei lavoratori di eleggere i propri rappresentanti ed essere eletti nelle organizzazioni sindacali, senza limitare il diritto alle sigle che hanno già firmato accordi. La seconda è l’azzeramento delle tessere sindacali ogni 4 anni, “senza quei rinnovi silenziosi che si prestano a pratiche ambigue” e infine “l’eliminazione di qualsiasi forma di finanziamento indiretto, da parte dello Stato o delle aziende”. Nessuna disintermediazione, però “è una parola sbagliata. Spero non vogliano inseguire Renzi su questo terreno”.



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