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Cosa farà l’Italia nel gasdotto East Med con Israele, Grecia e Cipro

L’Italia continua a giocare un ruolo da protagonista nella partita del gas internazionale: e non si tratta solo di mostrare i muscoli sullo scacchiere politico ma di garantire al nostro Paese (famiglie e imprese, il nostro tessuto industriale), un approvvigionamento di energia stabile e sicuro. E’ con questi obiettivi che il ministro italiano dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha apposto negli scorsi la sua firma a Tel Aviv sulla dichiarazione congiunta per il lancio del progetto del gasdotto israeliano East Med, insieme al ministro dell’Energia e delle risorse idriche israeliano, Yuval Steinitz, agli omologhi di Grecia, George Stathakis, e Cipro, Georgios Lakkotrypis, e al commissario europeo per l’Azione sul clima, Miguel Arias Canete.

EASTMED PROGETTO “STRATEGICO”

Alla conferenza stampa a Tel Aviv Calenda ha dichiarato che il progetto “EastMed è tanto strategico per noi che verrà presentato ai ministri del G7 energia a Roma, il 9 e 10 aprile prossimi, come fondamentale asse di sviluppo della strategia energetica complessiva del Mediterraneo“.

“Il gas è una risorsa sempre più cruciale per l’Italia. Siamo la seconda economia manifatturiera in Europa, la diversificazione e la qualità delle nostre fonti energetiche sono fondamentali per il paese anche in termini di competitività”, ha proseguito Calenda. “E’ per questo motivo che la questione dell’approvvigionamento e della diversificazione delle fonti di gas è a cuore della nuova Strategia energetica nazionale. In questo contesto particolare attenzione e importanza deve essere riservata al tema della sicurezza degli approvvigionamenti di gas”.

Il ministro ha sottolineato come la natura strategica del progetto EastMed risieda anche nel fatto di unire “paesi che hanno una lunga tradizione di cooperazione e amicizia”. E’ quanto sottolineato anche dal ministro israeliano Steinitz: “E’ l’inizio di una meravigliosa amicizia tra quattro paesi del Mediterraneo – Israele, Cipro, Grecia e Italia. E’ anche un progetto molto ambizioso: sarà il più lungo gasdotto del mondo”.

TEMPI, COSTI E STRATEGIE

Il gasdotto EastMed prevede infatti una porzione di 1.300 chilometri offshore e altri 600 onshore e porterà, entro il 2025, alla commercializzazione delle riserve energetiche scoperte da Israele e da Cipro nel Mediterraneo dell’Est fino alle coste di Grecia e Italia. Il costo previsto è di 6-7 miliardi di dollari, per lo più finanziati da privati, anche se, come ha ricordato Calenda, EastMed rientra nella categoria dei progetti europei di interesse comune e per questo ha potuto beneficiare anche dei finanziamenti del Cef (Connecting Europe Facility), mentre l’Italia ha concretamente partecipato allo studio di fattibilità, che è stato condotto da IGI Poseidon, joint venture 50-50 dell’italiana Edison (controllata dalla francese Edf) e del gruppo greco Depa.

Ora l’auspicio è che si riesca ad accelerare quanto più possibile l’avvio dei lavori: “Dobbiamo sapere di poter effettivamente contare su questa infrastruttura”, ha chiarito Calenda, aggiungendo che “una delle nostre linee di sviluppo che riguardano il gas è anche legata alla mobilità. Abbiamo già in Italia una flotta di automobili che utilizzano il gas e speriamo di incrementarne il numero”. Lo studio di fattibilità ha dato il via libera dal punto di vista tecnico ma il progetto è ancora all’esame della Commissione europea, anche se il commissario Canete non prevede problemi e anzi ha detto che l’Ue “appoggia con convinzione lo sviluppo di questa regione come fonte di gas per il prossimo futuro”.

L’Ue riceve attualmente il gas soprattutto dalle riserve della Russia e del Mare del Nord. Queste ultime si stanno rapidamente esaurendo mentre il legame con la Russia è considerato delicato anche per motivi politici. Le recenti scoperte nel Mediterraneo orientale aprono prospettive interessanti di fornitura stabile, geograficamente vicina, da paesi più “fidati”.

IGI Poseidon ha già speso milioni di euro nello studio di fattibilità e, ha detto il suo Ceo Elio Ruggeri, spera di poter raggiungere per il 2020 una decisione finale sull’investimento. Ruggeri ha sottolineato che l’Italia nel 2020 si troverà con una carenza di contratti per la fornitura di gas: “Aprire una nuova rotta darà certezza al mercato italiano ed europeo”.

LE PROSSIME TAPPE

Intanto il ministro israeliano Steinitz ha sondato il terreno con le banche d’affari americane in un recente viaggio negli Stati Uniti, raccogliendo il loro interesse nei confronti dei progetti sul gas in Israele e Cipro, purché ci siano dei prerequisiti: il sostegno della Commissione europea e l’accordo dei quattro governi coinvolti. Per questo a Tel Aviv Steinitz ha ribadito: “Questo gasdotto è top priority per le nostre quattro nazioni” e ha annunciato che i rappresentanti di Israele, Grecia, Cipro e Italia si incontreranno ogni 60 giorni per arrivare a un memorandum of understanding quadrilaterale entro la fine del 2017.


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