Il centrodestra italiano vagheggia di un listone unico da presentare alle prossime elezioni politiche, ma intanto si divide in vista del ballottaggio francese tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Che poi, al di là dei nomi dei due contendenti d’Oltralpe, significa in sostanza pensarla in modo differente su una questione cruciale anche in Italia: il futuro dell’Unione europea, da difendere a denti stretti secondo il leader di En Marche e da abbattere – almeno nella sua versione attuale – per la candidata del Front National. Due visioni almeno apparentemente quasi impossibili da conciliare che, però, – nonostante le prese di posizione pubbliche a favore dell’uno o dell’altra da parte degli esponenti politici di centrodestra – non hanno fatto tramontare l’idea (o, forse, il sogno) di dare vita a una lista comune tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
IL RILANCIO DI TOTI
L’ultimo in ordine di tempo a rispolverare il progetto è stato il governatore della Liguria ed esponente di spicco di Forza Italia Giovanni Toti, delfino di Silvio Berlusconi con più di una simpatia nei confronti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Intervistato oggi dal Corriere della Sera, l’ex direttore del Tg4 è stato tranchant e ha proposto “una forma di aggregazione nuova con un programma nuovo”. Toti non ha parlato del ballottaggio tra Macron e Le Pen, in vista del quale gli azzurri – salvo qualche eccezione – sono schierati con il primo mentre Fratelli d’Italia e Lega con il secondo.
I “MACRONIANI” DI FORZA ITALIA
Basta farsi un giro su Facebook per rendersene conto, come dimostrano, ad esempio, i post di un berlusconiano di ferro come il senatore Francesco Giro, che in questi giorni ha inondato la sua bacheca di frasi inneggianti al leader di En Marche. “Macron! Con te per la vittoria“, ha scritto prima del confronto televisivo di mercoledì scorso. Meno entusiasta ma ugualmente favorevole all’ex ministro dell’Economia francese si è dichiarato anche il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta, considerato peraltro uno degli esponenti di Forza Italia più vicini a Meloni e Salvini (vedere per credere questa gallery firmata Umberto Pizzi): “E’ un socialista che ha lasciato la sinistra per collocarsi al centro con grande intelligenza, è un lib-lab come lo sono io e come noi dice sì all’Europa ma non a questa, all’Europa tedesca, delle lacrime e sangue, dei Fiscal Compact“.
I DISTINGUO DI BERLUSCONI
Una posizione definita, invece, non l’ha assunta il Cavaliere, sempre a metà strada tra i sovranisti e i liberal-popolari. Prima o poi una scelta dovrà farla – qualche spunto in tal senso arriverà, ovviamente, anche dal voto francese – ma nel frattempo ha preferito non schierarsi ufficialmente. Anche se poi qualche sua dichiarazione “off the record” è filtrata, tra cui quelle pubblicate da Repubblica: “Gli elettori moderati, che sono la gran parte, che sono i nostri elettori non voteranno mai i cosiddetti sovranisti, piuttosto regalano la vittoria agli altri. Al secondo turno accadrà quel che è sempre accaduto, la Le Pen si rivelerà il miglior alleato di Macron e gli consegnerà la Francia“. Né con l’uno né con l’altra, dunque, ma anche il no secco a una leadership in salsa lepenista. Quella che nell’attuale centrodestra sarebbe rappresentata da Salvini o, al più, da Meloni.
LA LE PEN DI FORZA ITALIA
Pure Forza Italia comunque ha la sua Le Pen: si tratta della deputata Daniela Santanchè: “Spero che sia lei a varcare le porte dell’Eliseo“, aveva ad esempio dichiarato prima del voto di 10 giorni fa. Una simpatia contraccambiata come dimostra l’intervista di che Le Pen ha rilasciato oggi al Corriere della Sera: “Daniela Santanché è una cara amica“, ha affermato la leader del Front National. E a ulteriore conferma del rapporto esistente tra le due c’è pure questa foto di qualche mese fa postata su Twitter (nella quale, ironia della sorte, Santanchè e Le Pen compaiono al fianco della nipote del Cav Alessia Berlusconi)
(qui la gallery integrale di Formiche.net)
Una posizione, quella di Santanchè, che però è difficile definire rappresentativa della linea del partito.
I LEPENISTI D’ITALIA
Dall’altra parte, invece, – tutto a destra – ci sono loro, i lepenisti d’Italia Matteo Salvini e Giorgia Meloni, con il primo in realtà ben più schierato a sostegno di Marine. Non che la leader di Fdi non lo sia, ma in questi giorni è apparsa evidentemente meno entusiasta di quanto non sia sembrato Salvini. D’altronde in questa fase è Meloni che sta cercando di mediare tra la Lega e Forza Italia, come dimostra la sua recente cena ad Arcore. Le Pen, comunque, ha speso parole positive per entrambi: ha definito Salvini il suo “primo interlocutore” (confidando di avergli anche consigliato di trovare un alleato forte al Sud che completi il suo radicamento nel Nord Italia) e poi aggiunto di ritenere “interessante il movimento di Giorgia Meloni“. La reazione dei due alla menzione di Le Pen, però, è stata diversa, a conferma della diversità intensità del loro lepenismo: Meloni ha incassato, mentre Salvini si è precipitato a commentare: “Grazie Marine! Pieno sostegno alla tua battaglia che è anche la nostra in Francia, in Europa, in Italia, per la libertà dei popoli, contro i poteri forti e le invasioni di massa di un’immigrazione incontrollata“. Ma se la sua battaglia, specie sull’Europa, è la stessa di Le Pen, come farà ad allearsi con Forza Italia che, bene o male, esprime pur sempre il presidente del Parlamento europeo?