Occorre riconoscere che i pentastellati di Beppe Grillo sono più furbi di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni. L’ordine di scuderia di Beppe Grillo era quello di non immischiarsi nelle elezioni francesi. E loro se ne sono ben guardati nonostante le numerose istigazioni a prendere posizione. I due sovranisti, invece, si sono cuciti addosso persino una sconfitta che non li riguardava.
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Maria Elena Boschi è di nuovo nei guai dopo le quattro righe che la riguardano che Ferruccio de Bortoli le ha dedicato – quasi en passant – nel suo ultimo libro. Io penso che non ci sia nulla di male se una parlamentare aretina – che ha fatto carriera e siede al governo – si occupi di una banca in crisi del suo territorio. Anche se in questa banca lavora il fratello e il padre ne è vice presidente. Il problema vero è un altro: se le cose sono andate come racconta di squincio l’ex direttore del Corriere della Sera, l’errore compiuto dall’ex ministro è quello di non aver reso nota quell’iniziativa nel suo intervento alla Camera e di continuare a negarlo con ostinazione. A sua giustificazione sta il fatto che viviamo in un contesto in cui anche le vicende più banali ed ordinarie finiscono per essere presentate nel peggiore dei modi. E diventano comportamenti scorretti.
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Chi si è preso la briga di navigare sui social ha scoperto con raccapriccio che tanti nostri concittadini hanno commentato con parole d’odio la strage delle tre giovani rom arse vive all’interno del camper “di famiglia” in una delle periferie di Roma Capitale. La Polizia – forse frettolosamente – ha dichiarato che la strage non è stata provocata da motivi razziali, ma da una vendetta tra diversi clan. Mi sento di fare due considerazioni. La prima è la seguente: non si può stigmatizzare la violenza dei social solo quando si tratta di un delitto tremendo compiuto a carico di una minoranza emarginata. La seconda ci riporta al vizio di cercare sempre delle spiegazioni di quanto succede (e quindi dei motivi per i quali la gente ce l’ha su con i rom). Percorrendo questa strada si arriva presto ad affermare che i rom se la sono cercata perché rubano, mandano i bambini ad elemosinare e sfiancano le donne nel fare figli fin dalla pubertà. Un gesto come quello di Roma non ha scusanti.
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Come non ha scusanti l’azione di quei dipendenti di una grande catena di supermercati che hanno rinchiuso in una gabbia delle ragazzine rom, postando il video sui social. L’azienda li ha licenziati. È stato un gesto di grande civiltà. Purtroppo, alcuni parlamentari, in tv, li hanno difesi, mentre altri si sono rifugiati nel luogo comune della “guerra tra poveri”, allo scopo di mandare un segnale di benevolenza anche ai licenziati. Un’altra maniera di cercare delle spiegazioni. Che alla fine diventano giustificazioni.
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Un’anziana signora mi ha chiesto con un impagabile candore: “Ma se vincono i sovranisti, torna il Re?”.