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In volo sull’Umbria, le foto e la mostra

Norcia, Castelluccio, Colfiorito, Preci, i paesi-presepi della Valnerina com’erano e come devono tornare ad essere; ma anche le altre città e borghi dell’Umbria non devastati dal sisma, dai vigneti di Orvieto alla campagna di Todi a gioielli come Trevi, che fece da set nei film di Antonioni, a tutto quel magico insieme di campanili, opere d’arte, piazze, fontane, abbazie, cascate che, in una parola, è  l’Umbria.

Nelle 40 foto fatte dall’alto dal fotografo Paolo Ficola e ora esposte, per iniziativa della vicepresidente della Camera Marina Sereni, nella mostra “In volo sull’Umbria” (fino al 23 giugno al Chiostro della Cisterna della Biblioteca di Montecitorio) c’è la volontà di salvare ora il cuore verde d’Italia da un altro nemico che rischia di colpirla tutta, anche nelle aree salvatesi dal sisma: la crisi del turismo.

Sereni (Pd), è umbra e ha voluto così fare, sottolinea, “un gesto d’amore per la mia terra”. Che ieri ha visto insieme all’inaugurazione della mostra sindaci, imprenditori, e una bella rappresentanza bipartisan con la presenza (nonostante la complicata giornata a causa della bocciatura da parte del Tar dei direttori dei musei) del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini (Pd) e il sindaco di Perugia Andrea Romizi, giovane astro nascente di Forza Italia.

C’era anche il fondatore e direttore artistico di Umbria jazz Carlo Pagnotta. Le opere del maestro Ficola, anche lui umbro, sono state acquistate dalla vicepresidente Sereni che scherza: “Non potevo tenerle a casa mia…”. E spiega: “L’idea di questa mostra nasce qualche mese dopo il terremoto dello scorso anno, quando sindaci e operatori turistici di ogni parte della nostra regione cominciarono a lanciare l’allarme per la drastica caduta di presenze turistiche anche in luoghi per nulla investiti dal sisma. I numeri erano chiari: il terremoto aveva reso l’Umbria un tutt’uno”.

Da qui la necessità di “ricostruire” ma anche di reagire, lanciando una grande spot pro Umbria,  perché il terremoto non  sferri la sua ultima, subdola scossa a quella che è la decisiva industria della regione: il turismo. Franceschini ricorda gli sforzi fatti dal governo e gli stanziamenti, ma anche i progetti futuri, come i “camminamenti”: “Borghi come questi in Arizona, per dire, attrarrebbero 20 milioni di persone all’anno…”. Avverte il ministro: “Non bisogna solo ricostruire ma far ritornare la gente”.  Le opere della mostra verranno, intanto, messe in vendita e il ricavato sarà devoluto, annuncia Sereni, al restauro di una delle opere danneggiate dal sisma.

 

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