La Puglia s’è divertita a sovvertire i pronostici. Se nel resto d’Italia il centrodestra ha avuto la meglio sul Pd, il centrosinistra, nella Regione governata dal democrat Michele Emiliano, ha espugnato Lecce e Taranto. Il grande sconfitto delle amministrative nel Salento è l’europarlamentare e leader di Direzione Italia, Raffaele Fitto (nella foto), padrone di casa che s’è speso in prima persona per scegliere i candidati delle coalizioni di centrodestra. Né ha giovato troppo a Forza Italia il ritorno nella casa madre berlusconiana dell’ex fittiano Rocco Palese.
La débâcle di Lecce è quella che fa più scalpore. Il centrodestra amministrava la città da 22 anni e, per conservarla, il leccese Fitto ha puntato tutto sul giornalista ed ex inviato di Porta a Porta, Mauro Giliberti. Il recente passaggio di alcuni consiglieri regionali e comunali da Direzione Italia a Forza Italia, però, non ha giovato né a Fitto, né a Silvio Berlusconi. In più, l’ex assessore Alessandro Delli Noci, in giunta col sindaco uscente, Paolo Perrone, eletto nel 2007 e confermato nel 2012 prima col Pdl e poi con Fi, ha appoggiato con sei liste civiche il candidato del centrosinistra, Carlo Salvemini.
Il primo turno aveva premiato il centrodestra: Giliberti è arrivato al ballottaggio forte del 45,2%, col dem Salvemini fermo al 28,9%. La storia pareva scritta: Lecce al centrodestra, senza sorprese e senza novità rispetto agli ultimi 20 anni. Poi, ieri, il ribaltone: Salvemini al 54,7% e Giliberti al 45,3%. Centrodestra e Fitto a pezzi. Salvemini ed Emiliano in trionfo. «Governeremo col sorriso», ha detto il nuovo sindaco di Lecce. «Da oggi dobbiamo sentirci parte di una comunità nuova». Salvemini conosce già la poltrona che l’attende: nel 1995 era stata occupata da suo padre Stefano.
A Taranto, sempre con la regia di Fitto, il centrodestra ha scelto Stefania Baldassarri per interrompere il governo del centrosinistra, area cui apparteneva il sindaco uscente, Ippazio Stefàno. Subito dopo il primo turno, la deputata eletta col M5s, Vincenza Giuliana Labriola, ha annunciato il suo passaggio in Forza Italia. Per il centrodestra, un acquisto dell’ultima ora che poteva essere utile per recuperare qualche voto dei grillini.
La mossa, però, s’è rivelata controproducente. Alcuni esponenti del M5s di Taranto, dopo l’uscita di Labriola, s’erano ripromessi di votare il candidato del centrosinistra, Rinaldo Menucci. A giudicare dai risultati del primo turno, Baldassarri al 22,2% e Menucci al 17,9%, è possibile che i grillini, al ballottaggio, abbiano mantenuto la parola: il candidato del centrosinistra s’è imposto col 50,9% contro il 49,09% dell’esponente di centrodestra. Altro giro, altra rimonta. Altra sconfitta di Fitto, altra vittoria di Emiliano.
«In Puglia, in controtendenza rispetto al quadro nazionale, il centrosinistra vince dappertutto e clamorosamente a Lecce», ha scritto il governatore su Facebook. «I risultati del tutto inattesi di Lecce e Taranto sono il frutto di un partito pugliese in buona salute che, pur nelle sue diversità, trova punti di forza comuni e il rispetto di tutte le energie utili al Pd», ha sottolineato il deputato dei dem, Simone Valiante, fedelissimo di Emiliano.
Curiosità: alle primarie del Pd dello scorso aprile, poi vinte da Matteo Renzi, il sindaco di centrodestra di Nardò, Pippi Mellone, aveva invitato gli elettori «a votare e sostenere con forza la candidatura di Emiliano alla segreteria». Nardò si trova in provincia di Lecce, lì dove il centrosinistra di Emiliano ha spodestato il centrodestra. Anche questo, per Fitto, non dev’essere divertente.