A Verona la leggenda s’invera. Romeo non è riuscito a far eleggere sindaco la sua Giulietta nonostante l’aiuto dei Montecchi del Pd.
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La dichiarazione consolatoria di Matteo Renzi sui risultati dei ballottaggi è del medesimo tenore di quella con cui Denis Verdini – ancora palafreniere del Cav, allora – commentò un esito delle elezioni amministrative devastante per il Pdl che aveva perso in tutte le grandi città. “Abbiamo conquistato Cesenatico”, disse.
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“Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”: è una frase che Bertolt Brecht fa dire al suo Galileo. Consoliamoci, dunque. Noi siamo tra quei popoli a cui gli eroi non servono; ci basta Giovanni Toti.
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Silvio Berlusconi non si smentisce. Non si capisce quale sia il suo programma e quale progetto di alleanze persegua. Eppure non solo riporta a casa voti in libertà, ma fornisce anche dei chiari indirizzi di politica estera in particolare nei confronti del nuovo inquilino della Casa Bianca, del quale apprezza soprattutto la moglie. Che sia per questo che gli italiani – nonostante tutto – continuano ad andargli dietro?
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È stato pubblicato dal Ministero del Lavoro il Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie (atti che i datori di lavoro sono tenuti a trasmettere per ogni variazione nei rapporti di lavoro del loro personale). I dati si riferiscono all’anno scorso. Nel 2016 il Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie ha registrato 9.434.743 rapporti di lavoro attivati a cui si aggiungono 1.805.074 contratti in somministrazione contabilizzando un totale di 11.239.817 attivazioni. A fronte dei contratti avviati, 1.633.856 costituiscono rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato, compresi i 9.633 in somministrazione; 268.361 di Apprendistato e 326.570 trasformazioni da Tempo Determinato a Tempo Indeterminato, facendo registrare complessivamente l’attivazione di oltre 2,2 milioni di contratti stabili e un saldo attivo pari a circa 330 mila rapporti di lavoro. I 9.434.743 rapporti di lavoro attivati hanno interessato 5,5 milioni di lavoratori per un numero di rapporti di lavoro procapite pari a 1,72, un dato in diminuzione rispetto ai due anni precedenti che indica una riduzione della frammentarietà dei contratti in capo ai lavoratori nel 2016. Il contratto a Tempo Determinato si conferma contratto prevalente e si attesta al 70% del totale attivazioni dell’anno, dopo la caduta di 3 punti percentuali registrati nel 2015, per effetto dell’incremento dei contratti a Tempo Indeterminato quale conseguenza delle norme sulla decontribuzione.