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Ecco la lista completa delle armi Usa comprate dall’Arabia Saudita

Di Andrea Jorma Buonfrate

Sette sistemi antimissile Thaad, oltre centomila munizioni aria-terra e miliardi di dollari in nuovi veicoli da combattimento. Sono solo alcuni punti della lunga lista, resa nota da DefenseNews, dei prodotti che l’Arabia Saudita ha acquistato dagli Stati Uniti in occasione del recente viaggio del presidente Donald Trump a Riad. Il maxi accordo, come era stato comunicato da subito dalla Casa Bianca, vale circa 110 miliardi di dollari.

La notizia dell’intesa siglata dal re Salman e da Trump aveva alimentato interpretazioni di ogni genere, considerando che diversi esperti avevano sottolineato come l’accordo fosse non del tutto definito, essendo necessario un passaggio all’approvazione da parte del dipartimento di Stato, poi del Congresso e infine un negoziato prolungato con le industrie.

Ora, le cifre sembrano più chiare. Il documento rivela l’esistenza, tra i suddetti 110 miliardi, di accordi con la monarchia saudita già approvati dall’amministrazione americana per un totale di 12,5 miliardi, più il supporto a essi con un programma decennale del valore di 1,18 miliardi di dollari. In aggiunta, e questo rappresenta la fetta più corposa dell’accordo, ci sono 84,4 miliardi di dollari che sono stati offerti agli Usa durante la visita a Riad attraverso dichiarazioni di intenti e potenziali vendite nel settore. Tra queste, spiccano 13,5 miliardi di dollari per sette batterie di missili Thaad, da consegnare tra il 2023 e il 2026. Ci sono poi sistemi missilistici Patriot, quattro nuovi aerei per sorveglianza aerea di tipo Tass sul modello Jstars americano, tre nuovi velivoli di tipo C-130J e venti velivoli di tipo KC-130J con sostegno fino al 2026, otto anni di attività di supporto alla flotta degli F-15 sauditi e 20 milioni di dollari per il programma di aggiornamento degli F-15C/D. C’è inoltre un numero non definito di imbarcazioni Patrol MK-VI con consegna altrettanto non definita, quattro fregate Lockheed Martin costruite sulla base dei progetti da combattimento, una modifica dei 400 veicoli Bradley da combattimento già esistenti e l’investimento per 213 nuovi (1,35 miliardi di dollari, un investimento per 180 Howitzer e infine un investimento per il sistema C4I e la sua integrazione. La lista conterrebbe anche investimenti per un satellite da 800 milioni e due satelliti per la comunicazione di tipo Space Based Early Warning System da 4 miliardi.

È piuttosto rilevante anche l’accordo a margine, il quale prevede la consegna di due Black Hawk della Lockheed Martin nella variante 14 Mh-60R Seahawk da 2 miliardi e 30 Uh-60 da salvataggio (per 1,8 miliardi). È possibile che questi ultimi presentino un design simile a quelli da combattimento Hh-60w (ne parlammo già nell’articolo di qualche giorno fa). Inoltre, già era esistente un’accordo fra Lockheed Martin e la compagnia saudita Tagnia, la quale produrrà circa 150 S-70 Black Hawk per il governo di Riad. Il costruttore Usa era stato il primo tra quelli coinvolti nell’accordo a rendere nota la propria partecipazione nel dettaglio.

Il portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Roger Cabiness ha affermato che “l’accordo tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita è molto vasto in principio, ma sono ancora necessarie lettere di intenzione di approvazione e di offerta, oltre che  contratti e accordi di spedizione. Il Congresso sarà notificato e messo al corrente di tutte le specifiche delle transazioni”.

 



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