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Tutte le allergie del Movimento 5 Stelle per il decreto sulla vaccinazione obbligatoria

vaccini

Quello sui vaccini è un decreto “folle”, “coercitivo” e mirato a “prendere voti”. Sono, in estrema sintesi, le parole usate da Carlo Sibilia, deputato del Movimento 5 Stelle, e Ivan Cavicchi, esperto di politiche sanitarie e vicino ai 5 Stelle nella formulazione del Programma Salute in discussione sul blog di Beppe Grillo, per commentare il decreto che introduce l’obbligatorietà di 12 vaccini firmato da Sergio Mattarella e pubblicato oggi nella Gazzetta Ufficiale.

Il dibattito sui vaccini si era aperto a causa della crescita esponenziale dei casi di morbillo in Italia, 2500 casi di morbillo nei primi 4 mesi del 2017, a cui il ministero della Salute ha risposto con il decreto che introduce l’obbligo di vaccinazione. Ecco, allora, le reazioni di alcune voci del Movimento 5 Stelle all’approvazione del decreto Lorenzin sui vaccini.

IL DECRETO LORENZIN

Il decreto numero 73 del 2017 firmato dal Presidente della Repubblica e proposto dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin introduce l’obbligo di vaccinazione per 12 malattie, a carico del sistema sanitario nazionale (quindi gratis) “al fine di assicurare la tutela della salute pubblica e il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e copertura vaccinale” per i minori di età compresa tra zero e sedici anni (salvo casi in cui ci siano rischi per la salute). I genitori (o tutori) che non vaccinassero i loro figli incorreranno in sanzioni dai amministrative da 500 a 7500 euro, e la documentazione che certifichi l’effettuazione dei vaccini deve essere presentata per le iscrizioni ai servizi educativi. Nell’articolo 2 del decreto, poi, si introduce la promozione di iniziative di formazione e informazione per insegnanti e alunni “sui temi della prevenzione sanitaria e in particolare delle vaccinazioni, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei genitori”.

NIENTE TSO AI “NOSTRI BAMBINI”

Carlo Sibilia, deputato del Movimento 5 Stelle, ha commentato l’approvazione del decreto Lorenzin con un post su Facebook. “Il vaccino obbligatorio e immediato deve essere quello contro la follia del ministro della Salute Lorenzin”, scrive Sibilia, che aggiunge: “La politica dell’incompetenza ha preso il posto della scienza. Chissà se un giorno verremo a sapere quanti rolex ha ricevuto il ministro per scrivere questo decreto irricevibile?”. Secondo Sibilia “in Italia non c’è nessuna emergenza epidemiologica in corso per giustificare tutti questi vaccinati obbligati”. “Ci trattano come incoscienti – conclude il deputato pentastellato -. Impongono il TSO ai nostri bambini. Questo decreto sarà una delle tante fesserie fatte dal governo Renzi che cancelleremo appena al governo”.

Non si è fatta attendere la reazione della ministra Lorenzin alle parole di Sibilia: “Le sue dichiarazioni sono prive di fondamento e dal contenuto diffamatorio – ha replicato la ministra – Di queste dichiarazioni risponderà di fronte alla magistratura penale e civile competente”. “Sul piano del merito tutto ciò dimostra come il Movimento 5 Stelle faccia finta di essere a favore dei vaccini ma nella realtà li avversi in tutti i modi, facendo il controcanto ai no vax, dimostrando così la totale inadeguatezza a misurarsi sui temi scientifici e a candidarsi a governare i processi a tutela della salute pubblica”, ha concluso Lorenzin.

LA STOCCATA DI IVAN CAVICCHI

Anche Ivan Cavicchi, firmatario del primo post di approfondimento sul Programma Salute del Movimento 5 Stelle in discussione questi giorni sul blog di Beppe Grillo, critica il decreto per la sua natura “coercitiva”. Con un post pubblicato sul fattoquotidiano.it, Cavicchi, docente all’Università Tor Vergata di Roma, esperto di politiche sanitarie, spiega che “tutto l’impianto del decreto e la sua ideologia coercitiva di fondo è stata confermata: per chi non vaccina i figli, oltre alle sanzioni pecuniarie, a rischio la responsabilità genitoriale con la segnalazione al Tribunale dei minori”. Secondo il professore, il governo “ha ignorato una parte importante della società che proprio perché non aprioristicamente contro i vaccini chiedeva semplicemente condivisione, responsabilizzazione e esercizio della propria coscienza genitoriale e soprattutto consapevolezza e trasparenza”.

DISSENSO EPISTEMOLOGICO

Il dissenso, secondo Cavicchi, è stato completamente falsificato. Non si tratterebbe, infatti, di dissenso contro i vaccini bensì di “un dissenso epistemologico e metodologico per una strategia partecipata e consapevole di innalzamento della copertura vaccinale”. Il governo, invece, ha scelto di attuare “una strategia impositiva che va ben al di là delle questioni scientifiche: questo decreto nasce scegliendo a priori di contrapporsi ad una parte importante della società, per questo decreto la società non è interlocutore ma controparte. Una follia”. “La medicina – scrive ancora Cavicchi – si illude di risolvere i suoi problemi con la società postmoderna con i Tso” perché non è riuscita a “convincere”, “rassicurare” o “ricondurre ad una versione accettabile i tanti e diversi fenomeni che si correlano ai vaccini”.

UNA QUESTIONE DI VOTI

Lo scopo del decreto sarebbe quindi, secondo Cavicchi, “prendere voti”. “Chi pensa di prendere voti con i vaccini si sbaglia – conclude il professore -, i Tso alla fine con i figli di mezzo stanno sulle scatole a tutti e non piacciono a nessuno”.

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