C’è almeno un motivo per sorridere e uno per piangere nell’ultimo rapporto dell’Enac, presentato ieri al Senato, presso la sala Zuccari. La buona notizia è che la psicosi terrorismo non sembra scoraggiare le partenze in aereo: nonostante gli attentati si vola di più. La seconda, un po’ meno bella, è che le low-cost continuano a farla da padrone, erodendo fette sempre più grandi di mercato. In mezzo la sorpresa Alitalia, tornata a quanto pare appetibile. Un passo alla volta però.
L’ISIS NON FERMA I VOLI
Partendo dalle buone notizie, lo scorso anno gli scali italiani hanno fatto registrare un aumento del traffico pari al 4,8%, per un totale di 164 milioni di passeggeri. Molto bene anche il cargo (+6,1%). Il tutto nonostante il 2016 sia stato contrassegnato da numerosi attentati, alcuni anche aerei. E anche quest’anno, secondo le stime del presidente di Enac, Vito Riggio (nella foto), si dovrebbe mantenere tale tendenza, con un incremento annuo del 4%. Il direttore generale di Enac, Alessio Quaranta, ha dato una sua lettura. Questi dati evidenziano – ha detto – “due elementi degni di nota. Il primo, fondamentale, è che, nonostante la perdurante fase di crisi economica che stiamo attraversando e nonostante il crescente timore per i continui attacchi terroristici che l’Europa sta subendo da un po’ di tempo, il traffico aereo in Italia continua a crescere”. Il secondo “è che il traffico aereo in Italia non solo aumenta, ma gli incrementi risultano in linea con gli incrementi medi fatti registrare in Europa, che si sono attestati al 5,1% per il traffico passeggeri e al 4,1% per il settore cargo”.
LOW-COST PADRONE DEI CIELI ITALIANI
L’altra grande questione è lo strapotere delle low-cost, Ryanair in testa, che hanno ancora una volta surclassato Alitalia. La compagnia irlandese guidata da Michael O’Leary è risultata prima in graduatoria, con 32 milioni di passeggeri trasportati, davanti ad Alitalia, ferma a 23 milioni. L’ex compagnia di bandiera è comunque tallonata da Easyjet, che di passeggeri ne ha trasportati 14 milioni. Dunque, tirando le somme, Ryanair è ormai stabilmente il primo operatore del Paese e il sistema composto dal vettore irlandese e da Easyjet ha preso in mano anche il traffico nazionale. Il numero uno dell’Enac non ha nascosto un po’ di preoccupazione, ammettendo come ormai la metà del traffico nazionale sia in mano a vettori low-cost stranieri: “Se è vero che il modello di business introdotto dalle compagnie low cost ne ha determinato il successo in tutta Europa, è singolare come in Italia la percentuale di traffico operata da questi vettori è significativamente superiore a quella registrata in Europa, circa il 50% a fronte di una media del 32%”.
SE LO STRANIERO FA PAURA
L’Ente per l’aviazione civile non è troppo entusiasta di questa tendenza. Per Riggio è una strada da evitare a tutti i costi, o quasi. Sarebbe “deleterio lasciare il ricco mercato nazionale nelle mani dei soggetti industriali di altri Paesi che operano in una logica di sistema più strutturato”, ha spiegato. E’ arrivato dunque il momento di “affrontare con decisione i temi legati alla competitività del sistema Paese. Anche perché i vettori nazionali sono in difficoltà, questo è evidente”.
FIUMICINO DECIMO SCALO IN EUROPA
Tornando ai dati contenuti nel report dell’Enac, dando un’occhiata alla classifica dei principali scali europei, Roma Fiumicino (+3,3% nel 2016) si è piazzato al decimo posto, dietro Monaco (+3,1%) e davanti a Mosca (+7,6%). Sotto il profilo dei collegamenti nazionali, la Catania-Fiumicino si conferma la tratta che catalizza il maggior numero di passeggeri con 1.038.945 passeggeri e la Fiumicino-Catania con 1.008.295, seguita dalla Palermo-Fiumicino con 798.736 e dalla Fiumicino-Palermo con 797.862. Al quinto posto si attesta la Milano Linate-Roma Fiumicino con 597.974 passeggeri.
L’ATTACCO DI RIGGIO SUI PICCOLI SCALI
Negli aeroporti italiani c’è però qualcosa che non funziona proprio. Ci sono troppi scali e quelli piccoli che non funzionano vanno chiusi, è il pensiero dell’Enac. Che cozza con la visione di Fabrizio Palenzona, presidente Assaeroporti, che proprio pochi giorni fa (qui il focus di Formiche.net) ha definito i piccoli scali “fondamentali”. Il 75% del traffico “transita per i grandi scali e per quelli di interesse nazionale, il restante 25% è spalmato su 34 aeroporti, che sbriciolano il traffico”, ha attaccato Riggio. “Il Governo e il Parlamento hanno di fronte questa questione, capisco che non è un tema che si può discutere con la campagna elettorale alle porte ma quei piccoli aeroporti se sono utili bisogna aiutarli, ma se non sono utili bisogna avere il coraggio di chiuderli”.
SORPRESA, ALITALIA TORNA APPETITOSA
E si arriva alla questione Alitalia, che nel convegno Enac ha trovato ampio spazio. La notizia del giorno è che anche una compagnia che brucia centinaia di euro al giorno può avere dei pretendenti. E anche tanti. Come ha rivelato il commissario Stefano Paleari, sul tavolo di Alitalia sono arrivate 32 manifestazioni di interesse (la deadline era il 5 giugno). Tra queste ci sarebbe anche la stessa Ryanair. Di queste però solo poche offerte saranno prese in considerazione seriamente, visto che non tutte le proposte collimano coi requisiti di Alitalia. “Abbiamo iniziato questa mattina ad aprire le buste dal notaio”, ha spiegato il commissario. “Le stiamo valutando e classificando” per capire se tutte possiedano i requisiti necessari.
LE (NUOVE) BORDATE AD ALITALIA
Ma la pioggia di offerte sull’ex vettore di bandiera non ha impedito ai convenuti di rifilare nuove bordate, dopo quelle arrivate in occasione del convegno Assaeroporti. Per il presidente di Enav, l’ente che garantisce la formazione dei controllori di volo, Roberto Scaramella, “la crisi di Alitalia ha ripercussioni ovvie sugli aeroporti”, anche se “non nell’immediato: le ripercussioni ci saranno se non ci sarà una soluzione positiva a questo momento di crisi”. E forse non è un caso che il presidente di Adr, il gestore di Fiumicino e Ciampino controllato dai Benetton, Antonio Catricalà, abbia annunciato per oggi un cda per esaminare l’impatto della crisi di Alitalia sugli scali. Ancora più duro Riggio, per il quale Alitalia e la sua crisi hanno di fatto ingessato il mercato: “La crisi infinita di Alitalia ha assorbito molte risorse e non ha consentito l’emergere di un competitor italiano, favorendo invece i concorrenti stranieri. L’intuizione di queste low cost è stata quella di ridurre i costi, aumentare i voli, e questo ha consentito a queste compagnie di entrare nel mercato italiano come il burro“.