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Cosa deve insegnare il caso La Vardera

Abbiamo avuto le fake news. E adesso anche i candidati sindaco fake.

Per la vicenda di Ismaele La Vardera, finto candidato a Palermo, possono arrabbiarsi gli elettori, i volontari e i donatori della sua campagna; chi ne ha fatto il proprio portabandiera dovrebbe, invece, fare autocritica.
Se nella quinta città italiana il candidato a sindaco è un ragazzo che non ha nulla a che vedere con la tua storia, con le tue idee, con il tuo elettorato e che, in più, ti sta prendendo in giro, allora qualcosa non funziona nella selezione della classe politica.

Va detto: i partiti non esistono più. I riti e le lente liturgie dei grandi partiti di massa sono finiti da un bel pezzo. Erano i tempi dei democristiani e dei comunisti immaginari di Damilano e Cundari: le grandi ideologie, le visioni del mondo, qualche sedia tirata ai congressi.

Ora, invece, non funzionano più come prima: i movimenti tradizionali prendono più spunto dal Page Rank di Google. Non hanno cioè una visione, un programma, un qualsiasi contenuto. E’ la “politica-algoritmo”, costruita per intercettare il consenso sulla base dei temi che tirano. I leader, in realtà, sono dei follower: seguono gli umori dell’elettorato, in un continuo rimescolamento di fattori per tentare di agguantare maggiore spazio possibile nel mercato elettorale.

Funzionano alla pari di Netflix o Amazon. Con un inglesismo politologico potremmo dire che siamo nell’era dei market-oriented party.

In Europa tira un vento diverso. In Germania, i partiti sono “organi dello Stato”. Selezionano la propria classe parlamentare tramite primarie e congressi. Nelle liste parlamentari di République En Marche – il partito di Emmanuel Macron – per metà sono stati inseriti giovani, per l’altra metà delle vecchie volpi repubblicane e socialiste.

E in Italia?

Il ritorno della legge elettorale proporzionale pone il problema non più sulla governabilità, ma sulla rappresentanza. La società dello spettacolo ci ha abituato a candidati televisibili. Silvio Berlusconi approvava i propri candidati in base all’apparenza estetica.

Donald Trump ha sicuramente giovato più dalle stagioni di The Apprentice che dalla storia imprenditoriale o dalle proposte portate avanti. Il MoVimento 5 Stelle trova i propri candidati tramite delle primarie online a bassissima partecipazione.

La classe dirigente deve essere selezionata con accuratezza e meccanismi certi. Altrimenti rischiamo di avere una democrazia fake, in cui perfino un candidato sindaco votato da più da migliaia persone diventa un Truman Show.



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