Ormai non si può più andare in tv. Si fanno brutti incontri. Persino nel salotto buono di Bruno Vespa si rischia di incontrare Matteo Salvini. Per l’occasione ha indossato una giacca; ma l’abito non fa il monaco.
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A “Porta a porta” abbiamo visto un padrone di casa parecchio rassegnato. Le sparate di Salvini lo facevano sorridere, ma anche Bruno Vespa è rimasto sbigottito di fronte ad un interlocutore che dice ciò che pensa, ma non riflette su quanto dice.
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Cosa farebbe un governo Salvini? 1) Non sbarcherebbe più un solo migrante sulle coste italiane (boom!). Pensa forse di erigere un muro di migliaia di kilometri (tanto da far impallidire quello sul Rio Grande tra Usa e Messico)? O ordinerà alla Marina Militare di prendere a cannonate i barconi e le altre carrette del mare? 2) Saranno aboliti (ri-boom!) gli studi di settore (che sono già stati aboliti e al loro posto entreranno – ne stanno negoziando le organizzazioni di categoria con il governo – gli indici di affidabilità). In questo modo non chiuderà la merciaia sotto casa sua. Il fatto è che, anche con gli studi di settore, i lavoratori autonomi avevano il diritto di dichiarare il reddito effettivo. E se corrispondeva alla realtà economica dell’azienda, non correvano alcun pericolo. Le statistiche sono lì a dimostrare che, mediamente ogni anno, c’erano 700-800mila contribuenti, autonomi, che presentavano dichiarazioni “non congrue”, ovvero inferiori al reddito presunto dagli studi. 3) I concorsi per gli insegnanti si faranno su base regionale. A parte il fatto che un tale provvedimento sarebbe incostituzionale, questa soluzione non risolverebbe il problema cruciale della scuola italiana: che gli insegnanti sono in prevalenza al Sud, mentre gli studenti stanno in numero maggiore al Nord. Invece degli insegnanti “deportiamo” gli studenti? 4) Legittima difesa a gogò. 5) Quanto alla riforma Fornero ne ha già dette tante da sembrare un disco rotto.
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Dopo il 1994 ho votato diverse volte per Forza Italia. Nella XVI Legislatura sono stato eletto deputato per il Pdl. Non so come si andrà alle urne la prossima volta. Sono sicuro però che non darò mai il mio voto ad una coalizione che includa la Lega di Salvini.
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Gaetano Salvemini, se ben ricordo (anche Giorgio Amendola era solito avvalersi del medesimo argomento), a chi gli chiedeva come fosse composta la classe politica rispondeva così: una piccola parte rappresenta il meglio del Paese. Una quota analoga, il peggio. La grande maggioranza è come il Paese. Io non ho dubbi dove collocare Matteo Salvini.