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La Merkel ospita il premier cinese, a poche ore dalla decisione di Trump sul Clima

Oggi a Berlino c’era in visita il primo ministro cinese Li Keqiang, che ha avuto un pranzo di lavoro con la cancelliere Angela Merkel. L’incontro ha un valore simbolico e politico, perché arriva a cinque giorni dalla chiusura di un G7 in cui tutti i membri hanno dimostrato insofferenza nei confronti dell’America di Donald Trump. Che il traino occidentale americano possa essere sostituito dalla Cina appare uno scenario magari fantasioso, su cui però certe immagini fanno da richiamo.

L’incontro di Taormina s’è portato dietro le dichiarazioni penetranti tra Germania e Casa Bianca: i primi non hanno sopportano le ritrosie americane nei confronti delle questioni ambientali (perché temono anche di soffrirne economicamente) con cui s’è chiuso il summit, Trump contesta ai tedeschi di essere “cattivi” nelle pratiche commerciali, spingendo a mille la bilancia commerciale verso le esportazioni. Merkel è stata esplicita in una dichiarazione virale, bagnata anche dal momento elettorale, in cui ha esortato gli europei a fare da soli, abbandonando la continua ricerca di protezione americana.

Mercoledì sono uscite varie indiscrezioni di stampa a proposito della decisione di Trump sul ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi 2015: le fonti dei media americani dicono che il presidente ha già maturato la decisione, e porterà in qualche modo fuori la sua America dall’accordo multilaterale sul clima. Fra qualche ora è attesa la dichiarazione ufficiale del presidente – che potrebbe anche stupire tutti.

Nel frattempo, tra le indiscrezioni di stampa di mercoledì ci sono anche quelle pubblicate dal Financial Times e poi dalla BBC, che hanno avuto modo di vedere un piano che riguarda la futura l’implementazione dell’accordo climatico da parte di Europa e Cina. Il documento visto dai media inglesi dovrebbe essere reso pubblico venerdì, a margine della visita di Keqiang a palazzi europei di Bruxelles.

Sempre sui simboli, dunque: il giorno dopo che la Casa Bianca avrà preso posizione sull’accordo (che è tecnico, ma ha un grosso valore politico alle spalle visto che vi prendono parte tutte le nazioni dell’Onu), il primo ministro del più forte concorrente sistemico americano firmerà una dichiarazione congiunta con il più grosso partner tout court statunitense, in cui sostanzialmente si sottolineerà l’isolamento degli Stati Uniti. UE e Cina saranno dei “simboli”, ha detto  il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker intervistato dall’agenzia cinese Xinhua. Non penso che l’Europa debba essere al servizio degli Stati Uniti – ha dichiarato mercoledì Juncker, sottolineando che se il Presidente americano confermerà l’uscita dall’accordo di Parigi, allora sarà un dovere per l’Europa dire che “non è tutto ok”.

La prossima settimana a Bologna ci sarà il G7 sull’Ambiente, e sarà il primo momento di confronto tra i sei partner allineati sul protocollo di Parigi e l’America di Trump che dovrebbe restarne fuori. A meno che il presidente non cambi idea sul vecchio cavallo di battaglia elettorale – gli accordi sul clima ci danneggiano.

(Foto: gov.cn)


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