‘’’Una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è -non qui, per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani- una malattia dei giovani. ”La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica”: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina,, che qualcheduno di voi conoscerà, d quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava: E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva svegliare il compagno e dice: “Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda!”. Quello dice: ” Che me ne importa, non è mica mio!”. Questo è l’indifferentismo alla politica’’. (Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, 26 gennaio 1955)
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Continuiamo a celebrare la Festa della Repubblica con le storielle. Un tale tira le cuoia e la sua anima si presenta al Tribunale dell’Aldilà. Il giudice di turno apre e ne consulta la scheda della Banca dati celeste, la valuta, poi, con garbato rincrescimento, annuncia che quella fedina di peccati comporta una condanna eterna all’Inferno. Tuttavia, avendo, in vita, l’anima perduta doppia cittadinanza, può scegliere di scontare la pena nell’Inferno tedesco o in quello Italiano. Sorpreso per l’esistenza di un Inferno delle nazioni, il condannato chiede spiegazioni sulle differenza tra i due luoghi di tribolazione. ‘’Le pene sono le stesse – afferma il giudice – al mattino dopo colazione la frusta, il pomeriggio le fiamme, in serata si è immersi nel ghiaccio, la notte si dorme su di un letto di chiodi. La sola differenza concreta – aggiunge – è che nell’Inferno tedesco tutto funziona alla perfezione. In quello italiano, un giorno si rompe la frusta, in un altro non si accende il gas per il fuoco eterno (perché non hanno pagato la bolletta). A volte non arriva il ghiaccio e si perdono i chiodi. Faccia un po’ lei’’ – conclude il giudice delle anime. Non so voi, ma a me questa storiella fa venire in mente la differenza tra la legge elettorale tedesca e quella che sta valutando il Parlamento italiano.
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Angelino Alfano ha alzato la voce. Essendo stato, come ha detto Matteo Renzi, ‘’ministro di tutto’’ il leader di AP dovrebbe sapere che in politica si possono far valere le proprie istanze se si detiene un minimo di potere contrattuale. Che cosa può provocare Alfano? La crisi di Governo? A sentire Sergio Pizzolante, con quell’atto farebbe soltanto un piacere al segretario del Pd. Il Maramaldo di turno nei confronti del conte Gentiloni diventerebbe Angelino.
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Certamente Angelino Alfano starà rivalutando in questi giorni la saggezza del proverbio: ‘’Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io’’.