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Chi finanzia le Scholas Occurrentes promosse da Papa Francesco che aprono una sede anche a Roma

È una creatura di Jorge Mario Bergoglio che, da arcivescovo di Buenos Aires, nel 2001 ne è stato di fatto il cofondatore. Sono le Scholas Occurrentes, il network di oltre 440mila scuole di tutto mondo che si scambiano contatti ed esperienze, senza differenze tra pubbliche, private, cattoliche e di altre religioni. L’ultima tessera del mosaico è stata posta la scorsa settimana, con l’apertura di una sede nel quartiere Trastevere. Sede romana in casa vaticana, in Palazzo San Calisto, che gode dell’extraterritorialità. Entusiasta e felice collaboratrice il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

(CHI C’ERA ALL’INAUGURAZIONE DELLA SEDE. TUTTE LE FOTO)

LA VIA PEDAGOGICA DI FRANCESCO

Per il vaticanista John Allen, le Scholas rappresentano l’istituzionalizzazione di una delle priorità di Papa Francesco: favorire l’attivismo sociale e l’inclusione. Una “istituzionalizzazione del suo carisma” lasciata in eredità a chi lo seguirà. Così come è stato per le Giornate mondiali della gioventù create da Giovanni Paolo II o la creazione del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione per Benedetto XVI. Ma il marchio di Francesco rischia di non essere sufficiente a riparare Scholas da critiche e qualche scivolone interno. Da cui lo stesso Papa argentino sembra mettere in guardia.

TECNOLOGIA, ARTE E SPORT

Francesco nel 2015 ha promosso Scholas a “pia fondazione” di diritto pontificio, perché “i suoi scopi sono coerenti con la missione della Chiesa”. Tiene a quel tipo di esperienza occurrentes, di incontro, e infatti si è confrontato molte volte coi ragazzi delle Scholas, soprattutto attraverso conversazioni via Google Hangouts, come venerdì da Roma, ascoltando testimonianze di studenti e educatori da Europa, Stati Uniti e Sud America. Francesco li ha esortati ad essere protagonisti di una “forma umana di globalizzazione”. Ormai questi sono appuntamenti fissi per Bergoglio, nel promuovere la mission delle Scholas, incentrata nel costruire ponti e incontri di pace basati su tre pilastri educativi: istruzione tecnologica, arte e sport.

SPORTIVI E DIVI IN VATICANO

A scorrere gli appuntamenti organizzati lo sport gioca un ruolo chiave. Partite di calcio e scontri di box a sostegno o sotto l’egida dell’associazione con preventivo o successivo ricevimento in Vaticano. Così sono passati a salutare Francesco Lionel Messi e Gigi Buffon, Diego Armando Maradona (che ha ottenuto il bis), Xavier Zanetti e Alessandro Del Piero, Ronaldinho. In udienza privata andranno anche i pugili Saúl Alvarez (cattolico) e Amir Kahn (musulmano) dopo un match presentato come incontro interreligioso. Anche qui l’occasione era legata alla fondazione per l’apertura di una collaborazione tra Scholas Occurrentes e il World Boxing Council. Anche i divi di Hollywood George Clooney e Richard Gere hanno ottenuto udienza grazie alle iniziative di Scholas.

(CHI C’ERA ALL’INAUGURAZIONE DELLA SEDE. TUTTE LE FOTO)

FINANZIAMENTI IN CAMPO CON QUALCHE CARTELLINO ROSSO

Tra sponsor e sostenitori figurano Hsbc Bank e Toyota, Google e Ibm. Dal mondo dello sport scorre uno dei principali canali di finanziamento delle attività della fondazione. L’ultima donazione è arrivata dall’Atletico Madrid: 500mila euro presentati al Papa in occasione dell’inaugurazione della sede romana delle Scholas. Ma non sempre le donazioni sono andate a buon fine. Nel maggio di due anni fa il direttore esecutivo di Scholas annuncia che nell’imminente Coppa America le squadre nazionali latinoamericane doneranno 10 mila dollari “per ogni gol realizzato e per ogni rigore parato”. All’inizio della Coppa, però, il Vaticano dichiarò annullato l’accordo per non mischiare la Santa Sede nello scandalo finanziario che aveva coinvolto la Fifa.

IL DIAVOLO NEI DETTAGLI

Nell’intuizione originale di Bergoglio, le Scholas nascono come escuelas de vicinos, scuole di quartiere. Ma da allora molte cose sono cambiate. Oggi la fondazione è diffusa in 190 paesi nel mondo. L’Onu l’ha definita la maggior rete scolastica del pianeta. Anche l’Unicef guarda con entusiasmo alla fondazione. Francesco ha messo in guardia dal pericolo di intraprendere “una strada scivolosa” richiamando le origini. Lo ha fatto un anno fa, in occasione di una donazione molto chiacchierata. E pure quella, alla fine, rifiutata. Le Scholas avevano sollecitato al governo argentino una somma necessaria a ristrutturare la sede centrale della fondazione e assumere nuovi impiegati. Il governo argentino del presidente Mauricio Macri dispone l’elargizione di 16 milioni e 666 mila pesos, poco più di un milione di euro. Ma i dirigenti di Scholas improvvisamente rifiutano. Che cosa è successo? Lo rivela Andrea Tornielli su Vatican Insider, che pubblica stralci di una lettera di Francesco ai dirigenti di Scholas, preoccupato che “voi incominciate a scivolare nel cammino verso la corruzione”. Nella lettera ci sarebbe anche un post scriptum in cui il Papa avrebbe lamentato di non gradire quel “666” in coda all’assegno: 666, il numero del diavolo. Ma non è questo il punto.

SCIVOLONE ONG

Più piccato appare Francesco quando ammonisce Scholas che “il governo argentino deve rispondere a tante necessità del popolo” per cui “non avete diritto di chiedergli un centesimo”, sottolineando di preferire “una partita di calcio improvvisata dai ragazzi in un cortile di quartiere piuttosto che un grande campionato in uno stadio famoso ma bagnato di corruzione”. Aggiungendo: “Dio sempre provvede attraverso la divina Provvidenza. Siate apostoli di un messaggio e non imprenditori di organizzazioni internazionali”. Francesco stava avvertendo la sua creatura del pericolo di diventare una ong come tante?

TANTO INCONTRO E QUALCHE DUBIA

Dal 2015 Scholas ha come vicepresidente un vescovo argentino molto vicino a Bergoglio: monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere delle pontificie accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Enti dove il monsignore si è distinto per avere organizzato simposi internazionali discussi e spesso criticati per il parterre degli invitati. All’Accademia delle scienze i dirigenti di Scholas sono intervenuti nel 2015, sul tema “I bambini e lo sviluppo sostenibile, una sfida per l’educazione”. Tra gli oratori anche l’economista neomalthusiano Jeffrey Sachs, di casa in Vaticano. E non manca chi guarda con diffidenza a certe attività delle Scholas. Osserva Sandro Magister de l’Espresso: “Programmi, obiettivi, attività, non vi si scopre nulla, ma proprio nulla di specificamente cristiano, tanto meno di cattolico”.

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