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Ecco reazioni e sbuffi a 5 Stelle sull’accentramento dei meetup su Rousseau

I meetup si spostano su Rousseau, come anticipato ieri da Formiche.net e confermato oggi sul blog di Beppe Grillo, e arrivano prime reazioni e domande su come funzionerà la sezione dedicata agli incontri tra i cittadini chiamata Call to Action, e se davvero prenderà il posto della vecchia piattaforma usata dal 2005 a oggi dagli allora “Amici di Beppe Grillo”. Ecco novità, reazioni, dubbi e interrogativi.

DAI MEETUP A CALL TO ACTION

Riorganizzare i gruppi territoriali era da tempo nelle corde del Movimento 5 Stelle, lo aveva anticipato lo scorso 3 marzo Roberto Fico in una intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Ed è con Call to Action che il Movimento di Beppe Grillo ha scelto di metterlo in pratica. La piattaforma permette di svolgere diverse “azioni” (ossia eventi) che vanno dai banchetti informativi agli incontri per discutere di temi locali fino a attività a scopo sociale come la pulizia di strade e parchi. Il tutto geolocalizzato su un mappa interattiva dell’Italia. Le regole, però, non cambiano e quelli organizzati attraverso Rousseau, come per i meetup, “non sono da considerarsi eventi ufficiali del MoVimento 5 Stelle, ma eventi creati dagli iscritti per promuovere iniziative nel territorio”.

I DUBBI DEL FATTO QUOTIDIANO

A margine della nuova funzione, si aprono però anche i dubbi. Sul Fatto Quotidiano, Luca De Carolis riassume gli altri scopi, oltre quello organizzativo, di Call to Action: “Quello di depotenziare capi e capetti dei vari meet up locali”, ha rivelato una fonte di peso al Fatto, perché l’assenza di strutture organizzative (più verticali che orizzontali) ha provocato nel corso del tempo casi come quello di Genova, in cui il candidato di Grillo aveva perso la consultazione online, salvo poi essere rimesso in pista proprio da Grillo. La risposta, allora, alle battaglie per le liste e le candidature, il Movimento ha risposto con questa nuova funzione “che da un lato vuole svuotare di peso i meet up, e dall’altro serve anche per controllare da vicino gli iscritti e ogni loro passo sui territori. Sottoponendoli allo sguardo costante dei vertici”, si legge ancora.

GLI UMORI NEI MEETUP

Ma la transizione dal vecchio sistema a quello nuovo non sarà facile. In alcuni meetup, infatti, si avanzano dubbi sulle opportunità di dibattito offerte da Call to Action. “Ho visitato la nuova sezione – scrive un utente di un meetup locale -, non mi pare che ci sia spazio per attivare una discussione come questa (purtroppo)”. “Si – scrive un altro militante 5 stelle -, me la sono studiata anche io!, speravo in qualcosa di più onestamente. I veri meetup resteranno qui almeno per ora”. Inoltre, il problema è anche di tipo tecnico: per partecipare attivamente a Call to Action su Rousseau è necessario essere iscritti certificati, ossia aver inviato il proprio documento d’identità e aver ricevuto risposta positiva all’iscrizione, operazione non necessaria nella vecchia piattaforma, e che iscrive al Movimento a tutti gli effetti, escludendo simpatizzanti o possibili futuri militanti.

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