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Ecco cosa succederà a sterlina e investimenti dopo le elezioni in Gran Bretagna

Di Howard Cunningham

Un parlamento diviso potrebbe generare un’ampia reazione sui mercati, perché non è lo scenario che attualmente è incorporato nelle valutazioni. Causerà sicuramente un aumento dell’incertezza, negativa per la sterlina. I gilt potrebbero beneficiare inizialmente di una “fuga verso gli investimenti rifugio” (almeno per quanto concerne gli investitori UK e le asset class britanniche). Con la probabilità di un governo guidato dai Conservatori, potrebbe essere necessario un impegno per aumentare almeno in parte la spesa pubblica, così da persuadere un altro partito a entrare a far parte della coalizione di governo con un ruolo di minoranza. In tal caso ci sarebbe una pressione al rialzo sui rendimenti e sulle emissioni dei gilt. Inoltre, una coalizione di governo meno stabile potrebbe spingere gli investitori a richiedere un premio sul rischio più elevato, così le curve dei gilt potrebbero irripidirsi.

Se dovesse apparire probabile la formazione di una coalizione guidata dal partito laburista, i rendimenti dei gilt punterebbero quasi sicuramente al rialzo, poiché un aumento della spesa pubblica determinerebbe un aumento delle emissioni mentre un aumento degli stipendi minimi suggerirebbe un aumento dell’inflazione (entrambi fattori negativi per i bond). I gilt indicizzati all’inflazione potrebbero sovraperformare quelli convenzionali, pur traducendosi in perdite per gli investitori.

Per quanto concerne la Brexit, che resta il principale fattore determinante per i tassi di cambio e i rendimenti dei gilt nel lungo periodo, nel caso di un parlamento diviso la posizione delle negoziazioni britanniche potrebbe essere meno netta, e sarà necessario più tempo perché si raggiunga un accordo su una posizione condivisa a livello domestico, lasciando meno tempo a disposizione per le negoziazioni con l’UE. Questo riduce la probabilità che l’accordo sia ottimale per tutte le parti in causa.

Le istituzioni UE sarebbero probabilmente ben liete di avere a che fare con una Gran Bretagna meno coesa e preparata ad affrontare il tavolo delle negoziazioni, ma i governi nazionali e i banchieri centrali (da ambo le parti del Canale) nutrirebbero maggiori timori sull’impatto potenziale per le economie e i mercati derivante dall’aumento di incertezza.


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