Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Trump dice di saper tutto sulla riforma sanitaria

Mercoledì il presidente americano Donald Trump ha scritto uno strambo tweet di spiegazione: “Alcuni media-fake-news dicono che io non sono totalmente engaged (che qui sta per “sul punto”, ndr) con l’healthcare. Sbagliato: conosco l’argomento bene e voglio una vittoria per gli Stati Uniti”.

PERCHÉ LO HA SCRITTO?

Martedì Trump ha ospitato alla Casa Bianca una riunione con alcuni senatori repubblicani per parlare della riforma sanitaria. L’amministrazione la sta spingendo molto anche perché sarebbe il primo grande progetto di legge approvato: è già passata alla Camera a stretta maggioranza, è uno dei claim principali della campagna elettorale e dei primi mesi di presidenza; in più abolirebbe l’Obamacare, e dunque sarebbe una delle tante martellate per abbattere il muro della legacy obamiana, che è uno degli obiettivi di Trump, come scrive Peter Baker sul New York Times.

LA SENSAZIONE DOPO LA RIUNIONE

All’uscita dalla riunione di martedì, quando il senatore che guida la maggioranza al Senato, Mitch McConnell del Kentucky, è passato davanti ai giornalisti, gli hanno chiesto se il presidente aveva “il controllo” su tutti i dettagli della situazione: lui “ha evitato di rispondere e sorriso blando” ha scritto il New York Times. Di più: il Nyt ha parlato anche con un senatore (“che sostiene la nuova legge”) che avrebbe lasciato la riunione con la sensazione che il presidente non avesse capito alcune parti basilari della riforma.”Sembrava particolarmente confuso”, ha detto quel senatore (a febbraio Trump disse che non credeva che la riforma sanitaria fosse “così complicata”). Non è la prima volta che queste lacune di Trump vengono fuori, ricorda la Bloomberg.

I GUAI DELLA RIFORMA

La riforma è ingolfata al Senato: i senatori repubblicani sono molto più moderati dei loro colleghi alla Camera, e hanno già in diversi dimostrato contrarietà alla riforma, anche perché (come riportato dall’analisi dell’Ufficio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo pubblicata da Formiche.net) il CBO ha già detto che nel 2026 ci saranno almeno 22 milioni di persone senza copertura assicurativa una volta approvata la riforma. Su tutto, inoltre, pesa la volontà di mantenere il consenso statale per quei senatori che dovranno affrontare la corsa elettorale nel 2018 – interesse che mano a mano che la data delle mid-term si avvicina si sta sostituendo a quello sull’azione di governo nei cuori e nelle menti dei legislatori.

LO STATO ATTUALE

Risultato: la votazione, prevista inizialmente per questa settimana, è stata rimandata alla prossima (dopo il 4 luglio). Non c’erano i numeri (si ricorda che al Senato i repubblicani godono di un maggioranza strettissima: 2 voti in più). Da questo la necessità di riunioni e incontri, ufficiali e riservati, per permettere ai senatori di coagularsi in qualche modo attorno a una proposta praticabile del Better Care Reconciliation Act, come si chiama la riforma sanitaria.

IL LAVORO DI PENCE

L’amministrazione ha deciso di far guidare i negoziati con i legislatori scettici a Mike Pence, perché il vice presidente è stato un senatore e con molti ex colleghi ha un rapporto personale e confidenziale. Sui contatti che Pence sta tessendo in Senato, con incontri riservati lontano dal West Wing, ci sono i movimenti di una donna da seguire: Seema Verma, ex consigliere di Pence quando era governatore dell’Indiana (creò l’alternativa locale all’assistenza ai più poveri Medicaid) e ora un alta funzionaria dell’amministrazione (dirige il Centers for Medicare and Medicaid Services).

DIPLOMAZIA E CASA BIANCA

Il vice presidente dovrà mediare per una legge che, a parte quelli che hanno fatto dichiarazioni esplicite, piace veramente a pochi (e Pence lo sa, per questo sta cercando di muoversi con circospezione, dicono gli insider ai media americani). Il presidente è agguerrito contro coloro che manifestano scetticismo in pubblico. La scorsa settimana, quando si è saputo che il senatore Dean Heller, uno dei repubblicani la cui rielezione è più critica (è in lizza per il Nevada, dove Hillary Clinton ha vinto nelle presidenziali), aveva scelto di non appoggiare la riforma così com’era scritta, un Super-Pac vicino al presidente Trump ha iniziato una campagna a suon di contro-manifesti elettorali per farlo cambiare idea. McConnell non ha apprezzato particolarmente la trovata, se ne è lamentato durante la riunione, ed è stata subito sospesa. Il leader dei Rep al Senato pare si sia lamentato anche con il capo dello staff di Trump, Rience Priebus, perché il presidente si stava comportando in modo “più che stupido” incitando a una guerra contro i democratici nella camera alta (queste info le ha avute il Nyt tramite due persone presenti, una delle quali un senatore).

(Foto: White House)

×

Iscriviti alla newsletter