Sono i sette comandamenti della Lega. Energia, crisi demografica, riforme statali, modello economico cinese, nuovo fisco, scuola e flat tax. Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, s’è affidato a professori ed economisti di fama internazionale per scrivere il suo programma di governo. Esperti del settore che, per partecipare alla stesura del programma, una domenica di luglio hanno preso un aereo per andare a Piacenza. «E l’hanno fatto gratis», ha sottolineato Salvini. Un solo uomo di partito, tutti gli altri semplici docenti che hanno voluto dare il loro contributo alla causa del Carroccio.
In nome della Lega c’è chi è arrivato addirittura dalla Cina. Michele Geraci è un docente universitario con una cattedra a Shangai. Si occupa di economia alla Nottingham University Business School China ed è direttore del Global Policy Institute China. Originario della Sicilia, sul suo profilo Facebook ha il nome scritto in cinese e, a proposito di economia, ha un motto personale: «Bisogna fare bene ciò che piace, poi i soldi arriveranno». Per Salvini intende riadattare il modello cinese al sistema italiano.
Sulla scuola, la Lega ha giocato in casa: il senatore Mario Pittoni è il responsabile dell’Istruzione del partito. E’ stato lui l’unico fedelissimo del Carroccio a intervenire a Piacenza nel corso del seminario programmatico. Sul piano politico, Pittoni ha una strategia ben precisa: «Bisogna battere Matteo Renzi sul piano della comunicazione». Da giornalista, è stato direttore responsabile di Lega Nord Flash, una fanzine in pdf che, sino al 2016, analizzava in chiave leghista i principali fatti politici ed economici del mese.
Sul tema dell’energia, Salvini s’è rivolto a Paolo Arata. Lui, di politico, ha solo il passato: una parentesi da parlamentare in Forza Italia con la quale, nel 1994, fu eletto presidente del comitato interparlamentare per lo Sviluppo sostenibile. Poi, solo studi. Professore di ecologia, è stato vicepresidente del Forum Energia e Società. Secondo Arata, la prima cosa che deve fare la politica è «riprendere in mano la questione energetica che, oggi, è gestita da Enel ed Eni».
«Bisogna tornare a riempire le culle»: con questa frase, Salvini ha introdotto Gian Carlo Blangiardo, professore di demografia alla Bicocca di Milano. Blangiardo ha all’attivo diverse pubblicazioni sul tema dell’immigrazione, delle politiche per la popolazione e della famiglia. Collabora con la fondazione Ismu, un ente scientifico indipendente che ha sede a Milano e che studia i fenomeni migratori in Italia e in Europa.
Per la semplificazione della macchina statale, Salvini ha scelto un funzionario pubblico di lungo corso: Luigi Carbone, presidente della sezione normativa del Consiglio di Stato e vicesegretario generale della presidenza del Consiglio dal 2007 al 2011. Dal 2009 è vicepresidente del Regulatory policy committee dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Anche Maurizio Leo, indicato dalla Lega per la riforma tributaria, ha un passato in politica. Mai col Carroccio, però: da deputato di An è passato al Pdl e, dal 2009 al 2011, ha ricoperto la carica di assessore al Bilancio di Roma con l’allora sindaco Gianni Alemanno. Attualmente, Leo è docente della Scuola di polizia tributaria della Guardia di Finanza e firma editoriali sul Sole 24 Ore.
Al centro del programma di governo della Lega c’è la flat tax con un’unica aliquota al 15%. Per la riforma fiscale, l’uomo di Salvini è Armando Siri (nella foto), responsabile del Carroccio al centro-sud che, da giovane, aveva un’ammirazione per Bettino Craxi: «Aveva una visione di forza dello Stato che doveva mantenere posizioni chiare in campo economico».
Sette prof per sette punti chiave. Sei esperti di economia, diritto e amministrazione e un solo politico per scrivere il programma della Lega. Chissà se il governo di Salvini, in caso di elezione, sarà così.