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Come sono andate le prove tecniche di dialogo fra Matteo Salvini e Stefano Parisi

Sorpresa. Mentre Matteo Salvini fa il padrone di casa, arriva Stefano Parisi (nella foto). «Facciamo squadra!», l’iniziativa che s’è tenuta ieri al Park Hotel di Piacenza per illustrare il programma di governo della Lega, è iniziata da mezz’ora. Il segretario del Carroccio, dopo gli ottimi risultati del centrodestra alle recenti amministrative, aveva invitato all’incontro Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Entrambi, però, non si sono presentati. Così, senza polemiche, Salvini ha fatto da solo. Sino a quando non è spuntato il leader di Energie per l’Italia.

Per capire che la partecipazione di Parisi alla convention della Lega sia politicamente rilevante è sufficiente leggere i titoli di alcuni pezzi di giornale, vecchi e recenti, con le dichiarazioni dell’ex candidato sindaco di Milano. «Il centrodestra con Salvini leader può solo perdere». E ancora: «Il centrodestra di Parisi: non è Salvini il leader». L’ultimo, in ordine di tempo, risale all’inizio di maggio: «Se Berlusconi porta la sua dote a Salvini dà la vittoria a Grillo». Anche il leader della Lega non è mai stato molto gentile con Parisi: «È un voltagabbana, non ho nulla da dirgli». Ecco perché Parisi che per un giorno sale sul Carroccio è quel che si dice una notizia.

Salvini ha concesso a Parisi il palco della Lega nel giorno dell’annuncio del programma di governo. Mica male come inizio di un’eventuale riappacificazione. «Cedo il microfono a un amico che, sino a qualche settimana fa, mai avrei pensato che potesse essere qui», ha detto Salvini, anche lui stupito dalla presenza di Parisi. «E’ giusto parlare anche con chi, all’interno del centrodestra, ha idee più radicali», ha spiegato invece Parisi prima del suo intervento pubblico. «Il confronto tra i programmi è molto più importante delle liti interne». Mentre parlava coi giornalisti, nella sala principale l’incontro proseguiva. «Non sto sentendo cose estremiste», ha sottolineato il fondatore di Energie per l’Italia. «L’Italia dev’essere ricostruita tramite l’abbattimento del debito e della spesa pubblica, dare sicurezza ai cittadini e riformare la scuola. Credo siano temi condivisi anche dalla Lega».

Berlusconi ha confermato di non voler fare alleanze col Pd di Matteo Renzi. «La dichiarazione di Berlusconi è confortante», ha detto ancora Parisi, «anche se i fatti, purtroppo, sono diversi: il 64% delle leggi approvate dal Senato vedono il voto favorevole di Forza Italia insieme col Pd. Speriamo che si passi dalle parole a un cambio di comportamento in aula».

Nonostante i veti su Renzi, l’ex presidente del Consiglio, come Meloni, ha rifiutato di partecipare alla convention di Salvini. «E’ incredibile come il centrodestra, dopo i buoni risultati ottenuti alle amministrative, abbia iniziato a litigare», ha sottolineato l’ex candidato sindaco di Milano. «Ci sono problemi di fondo che vanno affrontati e rivisti: solo un centrodestra di qualità e di governo può bloccare la crescita del M5s. Il vero tema è questo. Il fatto che a Piacenza sia venuto solo io può comunque rappresentare un inizio. Sono tra quelli che non hanno mai risparmiato critiche alla Lega, ma se sono qui significa che c’è la voglia di trovare punti in comune».

«Non ho mai rinunciato alle mie idee», ha aggiunto Parisi, «anche se spesso sono molto distanti da quelle di Salvini. Alla fine, però, occorre capire quali siano i temi di fondo e come affrontarli». Un paio d’ore più tardi, Parisi è stato applaudito prima e dopo il suo intervento. Concluso con una stretta di mano con Salvini impensabile sino a quel momento. La politica, però, è anche sorpresa.

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