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Come e perché disoccupazione e inflazione calano

Giuliano Poletti, inflazione, disoccupazione

La disoccupazione è tornata a calare a giugno dopo l’aumento a sorpresa di maggio. Il tasso dei senza-lavoro è sceso di due decimi all’11,1%, ai minimi da settembre del 2012. Il calo è dovuto all’incirca in egual misura all’aumento degli occupati e a quello degli inattivi. Anche la disoccupazione giovanile è tornata a calare dopo l’aumento dei due mesi precedenti (a 35,4% da 36,5%). In effetti, rispetto ai mesi precedenti la creazione di posti di lavoro appare meglio distribuita per età (anzi la classe più penalizzata è quella degli ultracinquantenni, che era risultata la più dinamica nel recente passato). Da notare anche il nuovo massimo storico raggiunto dal tasso di occupazione femminile. Una nota negativa viene però dal fatto che tutta la nuova occupazione creata a giugno è temporanea (gli occupati dipendenti a termine hanno fatto segnare per il quarto mese consecutivo una crescita superiore a quella dei dipendenti permanenti). In prospettiva, pensiamo che la disoccupazione possa mantenere un trend al ribasso, sia pure lento e irregolare (la nostra previsione per la media annua 2017 è 11,2% ovvero non distante dai valori correnti).

L’inflazione è scesa per il terzo mese consecutivo a luglio (almeno sull’indice nazionale, a 1,1%, ai minimi dallo scorso gennaio). Nel mese i prezzi al consumo sono aumentati di un decimo, sulla scia dei rincari tipicamente stagionali delle spese per il tempo libero, per i servizi di trasporto e per alberghi e ristoranti (mentre hanno continuato a scendere i prezzi degli alimentari, in particolare frutta e verdura fresca). L’inflazione di fondo è tornata a diminuire su base annua, a 0,8% da 0,9% di giugno, sebbene i prezzi core nel mese siano saliti di tre decimi; il “carrello della spesa” è calato nel mese, ma è leggermente più caro su base tendenziale. In sintesi, i dati di inflazione a luglio sono risultati lievemente superiori alle attese, ma soprattutto per via di fattori stagionali, perciò a nostro avviso non cambiano lo scenario prospettico per l’inflazione. Confermiamo l’idea che il CPI possa risalire ma in misura modesta nei restanti mesi dell’anno, muovendosi in un range ristretto (tra 1,2% e 1,5%). Continuiamo inoltre a non vedere pressioni sull’inflazione core.

La disoccupazione è scesa più del previsto a giugno dopo l’aumento a sorpresa di maggio. Il tasso dei senza-lavoro è calato all’11,1% dall’11,3% del mese precedente. Si tratta di un nuovo minimo dal settembre del 2012.

Il calo della disoccupazione è dovuto all’incirca in egual misura all’aumento degli occupati (che rimbalzano di +23 mila unità dopo il calo di -53 mila registrato a maggio) e a quello degli inattivi (+12 mila unità, terzo incremento mensile consecutivo).

Torna a calare anche la disoccupazione giovanile, dopo l’aumento registrato sia ad aprile che a maggio. Il tasso dei senza-lavoro nella fascia di età 15-24 anni è sceso al 35,4% da 36,5% precedente (rivisto al ribasso di mezzo punto rispetto alla prima stima). Si tratta di un livello ben inferiore alla media degli ultimi anni, ma che resta più alto di oltre due punti rispetto al minimo quinquennale toccato lo scorso marzo.

L’aumento degli occupati nel mese è dovuto interamente alla componente femminile. Da notare che il tasso di occupazione femminile è cresciuto nel mese di due decimi raggiungendo il 48,8%, un massimo storico da quando sono disponibili le serie storiche (dal 1977).

La creazione di posti di lavoro è ben distribuita per età, in quanto riguarda sia i più giovani (+20 mila occupati) che la classe di età tra i 35 e i 49 anni (+25 mila), mentre l’occupazione è scesa per i 25-34enni ed è risultata poco variata per gli ultracinquantenni. Anzi è proprio tra gli ultracinquantenni che si riscontra l’aumento più pronunciato del numero di disoccupati nel mese.

Una nota negativa viene dal fatto che la nuova occupazione è tutta temporanea: gli occupati dipendenti a termine sono aumentati di +37 mila unità, facendo segnare per il quarto mese consecutivo una crescita superiore a quella dei dipendenti permanenti (in calo di mille unità dopo le -25 mila di maggio). Anche i lavoratori indipendenti sono diminuiti, di -13 mila unità dopo le -42 mila precedenti.

In prospettiva, pensiamo che la disoccupazione possa mantenere un trend al ribasso, anche se le variazioni congiunturali continueranno ad essere volatili. La ragione di ciò sta nel fatto che la ripresa del ciclo economico prosegue, e le intenzioni di assunzione segnalate dalle imprese nelle indagini di fiducia (in ripresa a luglio) restano su livelli vicini ai massimi storici.

In ogni caso, il calo della disoccupazione continuerà ad essere molto lento e irregolare. La nostra previsione per la media annua 2017 è 11,2%, in calo rispetto al 2016 (11,7%) ma su livelli non distanti dai valori correnti.


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