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Flat tax, ecco differenze e similitudini fra progetto Ibl e proposta Lega

Ruspa sul fisco. E’ la flat tax del leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Ognuno, nel mondo della politica, ha la propria idea di riforma fiscale. L’ultima in ordine di tempo, però, è stata elaborata dal presidente dell’Istituto Bruno Leoni (Ibl), l’economista Nicola Rossi. Un piano che, sin dalla sua pubblicazione, ha convinto il leader di Energie per l’Italia, Stefano Parisi, che ha invitato il centrodestra ad adottarlo. E a plaudire al progetto, di fatto, sono state anche le fondazioni di Gaetano Quagliariello e Altero Matteoli. Inoltre anche Silvio Berlusconi, in una intervista venerdì scorso al Corriere della Sera, ha apprezzato l’iniziativa dell’Istituto Bruno Leoni.

La proposta dell’Ibl è denominata #25xtutti e si pone in contraddizione al reddito di cittadinanza del M5s e come alternativa alla flat tax della Lega. La riforma #25xtutti si può sintetizzare in quattro punti salienti, a cominciare da una sola aliquota pari al 25% per tutte le principali imposte previste dal sistema tributario italiano, tra cui Irpef, Ires e Iva. L’altro fondamentale passaggio riguarda l’abolizione dell’Irap, dell’Imu e della Tasi.

Inoltre, #25xtutti presuppone l’introduzione di un trasferimento monetario, il cosiddetto minimo vitale, differenziato geograficamente e indipendente dalla condizione professionale dei singoli. Altro punto centrale: la ridefinizione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici, in particolare nel campo della sanità, mantenendo la gratuità per la gran parte dei cittadini ma, allo stesso tempo, imponendo il costo ai più abbienti.

Secondo Rossi, «il progetto colloca la nuova disciplina dell’Irpef, trasformata in un’imposta sul reddito su base familiare, che si tratti di un matrimonio o di un’unione civile, con un’unica aliquota pari al 25% e una deduzione base d’ammontare pari a 7mila euro annui nel caso di nuclei familiari composti da un solo adulto».

Se Parisi ha invitato l’intero centrodestra ad aderire al piano dell’Ibl, la Lega, da tempo, ha la sua flat tax. A elaborarla è stato Armando Siri (nella foto), responsabile economico di Noi con Salvini, il movimento collegato alla Lega Nord nel centro-sud. La principale differenza tra la riforma fiscale del Carroccio e quella dell’Ibl è l’aliquota: sempre unica, ma al 15% anziché al 25%, con l’inserimento delle deduzioni fisse di 3mila euro sulla base del nucleo famigliare.

Secondo Siri, la vera rivoluzione è proprio questa: considerare la famiglia come un nucleo fiscale al posto del singolo contribuente, per far sì che la flat tax, dal ceto più basso a quello più alto, possa andare in soccorso alle famiglie numerose con meno reddito. Per applicare la sua riforma fiscale, la Lega ha fatto una stima di circa 40 miliardi di euro. Per trovarli, l’economista, al primo punto, ha messo la graduale emersione del sommerso, ovvero il recupero del lavoro non regolarizzato che Siri, in Italia, stima in 400 miliardi di euro.

«La nostra ricetta per la crescita si chiama flat tax al 15%», ha ribadito Salvini all’inizio di giugno. «Oggi la crescita c’è solo se ripartono i consumi e questi riprendono solo se gli italiani hanno più soldi in tasca da spendere. Nell’attesa di poter gestire la nostra moneta, dobbiamo fare in modo che lo Stato rinunci a una parte d’imposte».

Come per la riforma fiscale dell’Ibl, la proposta del Carroccio, ha confermato Salvini, non prevede l’aumento dell’Iva. «In questo momento sarebbe dare un colpo mortale a quel poco di consumi che ci sono». Stessa finalità, agevolare le famiglie con meno reddito e favorire le imprese, ma una differenza sostanziale con l’Ibl: la percentuale dell’aliquota unica. Ognuno ha la sua idea di flat tax.



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